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Perché la Tassa Patrimoniale è una sciocchezza

 Si fa tanto parlare questi giorni della Tassa Patrimoniale. L'argomento tanto caro alla sinistra che ama tassare e poi tassare, è stato ripreso da quel dinosauro comunista di Landini.

In primo luogo ci sarebbe da stabilire il limite inferiore dei contribuenti che dovrebbero pagare.

Loro dicono un milione di euro ma sarebbe tutto da stabilire cosa conteggiare in questo patrimonio.

Le uniche possibilità per lo Stato sono i conti bancari e gli immobili registrati. Difficile individuare e calcolare il resto. Gioielli, opere d'arte di valore e beni nelle cassette di sicurezza sfuggirebbero a questo conteggio. Sfuggirebbero anche i conti esteri.

I proprietari di immobili possono abitarci o affittare, eccezionalmente concedere a titolo gratuito.

In tutti i casi pagano l'IMU e la Tari. Ovvero se il bene non produce reddito ha solo costi e anche salati.

Senza dimenticare che le case hanno spesso bisogno di manutenzione.

Se sono dati in locazione, i redditi vengono ben tassati e si aggiungono agli altri. Se il contribuente supera certe soglie le tasse salgono parecchio.

Qualora un proprietario di immobili campasse d'affitti, salvo grandi possedimenti immobiliari, il suo conto non sarebbe così ricco.

Quindi è probabile che una buona fetta dei ricchi da tassare non siano "così ricchi".  La patrimoniale potrebbe far venire voglia di liberarsi dell'immobile per cercare nuove fonti di reddito meno aggredibili.

Come conseguenza questa tassa potrebbe portare a un crollo del mercato immobiliare con gravi ripercussioni.

È facile quindi che la Patrimoniale potrebbe portare un buon riscontro il primo anno e un disastro gli anni successivi. Anche perché i patrimoni non sono infiniti. Servirebbe solo a impoverire il paese.

È chiaro che, salvo pochi eroici contribuenti solidaristi di sinistra, per tutti gli altri ci sarebbe un tentativo di fuga dalla tassa e per molti, quelli più capaci economicamente, dall'Italia.

Per i veri ricchi, poi, è sempre più facile sfuggire al fisco spostando tutte le risorse all'estero

Anche i conti verrebbero svuotati con grave danno per banche quindi per il credito e le iniziative d'impresa.

A ben vedere lo Stato tassa ogni movimento, ogni iniziativa, ogni foglio che passa per gli uffici del ministero delle imposte.

Aumentando la pressione fiscale anche al ceto medio alto alla fine si perderebbero contributi.

Lo Stato italiano è ricco. È ricco per le sue imprese, forse sempre sul l'orlo del precipizio ma anche molto attive. Allora provare a fare dell'Italia un paese Social-Comunista non ha molto senso. Non funziona nei paesi con grandi risorse naturali, ancor di meno dove è l'iniziativa privata a trainare l'economia.

Landini, Schlein ci porterebbe presto al fallimento, Conte ci ha già provato e c'è quasi riuscito...



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