Come ho scritto altre volte il problema fondamentale della politica italiana sta nella scelta dei candidati alle elezioni.
I metodi usati fin'ora non sono stati particolarmente efficaci. Troppo spesso dettati dalle centrali di partito e raramente basati sulle vere qualità delle persone, soprattutto morali.
Eccone alcuni:
Il PCI faceva tutto in segreto ed in casa. Ha aperto scuole per politici e aperto la strada alla "carriera politica".
Similmente faceva la DC che però aveva le aggravanti delle "cordate fra correnti". Si faceva carriera per amicizia, ma questo non ha impedito a persone di qualità di raggiungere i vertici. Il problema vero è stato il potere che ha logorato ed i portaborse, giunti troppo in alto.
Berlusconi ha usato un sistema selvaggio e senza troppi filtri. Ha cercato persone moderate, conosciute nel loro ambiente, fuori dalla politica; senza però curarsi troppo di verificarne le reali qualità. Poi ha concluso l'opera con le sue amichette.
Negli altri partiti più piccoli (ma anche negli altri) si è scelto spesso il criterio interno. Elementi di spicco dei circoli, delle sedi locali, funzionari e volontari, sono stati candidati e poi votati. È stato premiato l'impegno politico ma questo ha fatto si che le persone di valore, estranee alle piccole conventicole, fossero emarginate e non votate.
Raramente, alcuni segretari regionali illuminati, hanno fatto scelte al di fuori del partito con attenzione alla personalità e qualità.
Le ultime elezioni hanno portato però delle novità in questo campo.
Bersani ha fatto una cosa buona: le primarie. Purtroppo le ha ampiamente disattese.
Questo metodo permette agli elettori di conoscere per tempo i candidati e quindi fare scelte più oculate.
Se fossero obbligatorie, abbinarle ad una legge elettorale come "il porcellum", non sarebbe il danno che è.
Grillo ha fatto la stessa cosa con l'ausilio della rete. L'ha fatto in fretta è con criteri molto discutibili.
Potrebbe essere il futuro, quando "color che son connessi" saranno la maggioranza.
Infatti ci sono stati eletti nelle file del M5S che hanno avuto alle primarie solo 50 voti.
I risultati si vedono e si vedranno ancor di più in futuro.
Senza le primarie sarà indispensabile una legge elettorale UNINOMINALE SECCA con elezione diretta e senza troppi trucchi di ripescaggio.
Questo anche nelle elezioni regionali e comunali
Riducendo il numero degli eletti nelle assemblee del 50/60% potremmo avere finalmente dei veri "eletti" facili anche da controllare.
I metodi usati fin'ora non sono stati particolarmente efficaci. Troppo spesso dettati dalle centrali di partito e raramente basati sulle vere qualità delle persone, soprattutto morali.
Eccone alcuni:
Il PCI faceva tutto in segreto ed in casa. Ha aperto scuole per politici e aperto la strada alla "carriera politica".
Similmente faceva la DC che però aveva le aggravanti delle "cordate fra correnti". Si faceva carriera per amicizia, ma questo non ha impedito a persone di qualità di raggiungere i vertici. Il problema vero è stato il potere che ha logorato ed i portaborse, giunti troppo in alto.
Berlusconi ha usato un sistema selvaggio e senza troppi filtri. Ha cercato persone moderate, conosciute nel loro ambiente, fuori dalla politica; senza però curarsi troppo di verificarne le reali qualità. Poi ha concluso l'opera con le sue amichette.
Negli altri partiti più piccoli (ma anche negli altri) si è scelto spesso il criterio interno. Elementi di spicco dei circoli, delle sedi locali, funzionari e volontari, sono stati candidati e poi votati. È stato premiato l'impegno politico ma questo ha fatto si che le persone di valore, estranee alle piccole conventicole, fossero emarginate e non votate.
Raramente, alcuni segretari regionali illuminati, hanno fatto scelte al di fuori del partito con attenzione alla personalità e qualità.
Le ultime elezioni hanno portato però delle novità in questo campo.
Bersani ha fatto una cosa buona: le primarie. Purtroppo le ha ampiamente disattese.
Questo metodo permette agli elettori di conoscere per tempo i candidati e quindi fare scelte più oculate.
Se fossero obbligatorie, abbinarle ad una legge elettorale come "il porcellum", non sarebbe il danno che è.
Grillo ha fatto la stessa cosa con l'ausilio della rete. L'ha fatto in fretta è con criteri molto discutibili.
Potrebbe essere il futuro, quando "color che son connessi" saranno la maggioranza.
Infatti ci sono stati eletti nelle file del M5S che hanno avuto alle primarie solo 50 voti.
I risultati si vedono e si vedranno ancor di più in futuro.
Senza le primarie sarà indispensabile una legge elettorale UNINOMINALE SECCA con elezione diretta e senza troppi trucchi di ripescaggio.
Questo anche nelle elezioni regionali e comunali
Riducendo il numero degli eletti nelle assemblee del 50/60% potremmo avere finalmente dei veri "eletti" facili anche da controllare.
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