Il movimento 5 stelle si dissolve. Di Maio, l'eroe, il campione, nominato ministro di qualsiasi cosa senza alcuna competenza ma leader di fatto insieme a Grillo, scappa e fonda un partituccolo senza speranza "Insieme per il futuro" senza alcun futuro.
Tanti hanno scritto che "dovevano aprire il parlamento come una scatola di tonno", cacciare la casta, rivoluzionare la politica: si sono trovati e si troveranno sempre più col culo per terra.
Forse alcuni li adotterà il PD (tanto in quel guazzabuglio ci sta chiunque), tanti torneranno a casa definitivamente.
I difetti di questa "rivoluzione" mi sono stati chiari dal principio, anzi ancora prima: ho frequentato e commentato i post del sito di Grillo nel primo periodo
Era evidente: tanta contestazione, spesso giusta e poca proposta.
La/le proposte non erano solo poche ma anche stupide e pericolose, talvolta idiote. A leggere il loro programma economico venivano i brividi: "Incentivi per le piccole imprese", stop!
Questa unica misera proposta per risolvere i problemi enormi atavici di un paese che è e resta uno del G7 paesi industrializzati.
Sono state proprio le idee del movimento 5 scemi a decretarne la fine. Prima di tutto la convinzione che "chiunque" potesse andare in Parlamento e magari fare i ministro.
L'effetto visibile oggi è il gran numero di defezioni e cambi di casacca dal M5S e il numero dei ministri e vice, idioti, messi a decidere sui nostri soldi.
La seconda idea disastro è la "democrazia diretta". I "laqualunque" eletti avrebbero dovuto solo eseguire gli ordini del popolo attraverso le votazioni on-line.
Niente di più stupido. Dei problemi e delle soluzioni per questioni specifiche ma di vitale importanza per il paese, i più, non sanno nulla e poco si interessano.
Appena messi alla prova, nella penultima elezione del Presidente della Repubblica, proposero e poi votarono nomi completamente opposti alle dichiarazioni d'intenti del Movimento. Proposero un personaggio (di valore per carità) ma anziano quanto Napolitano, immischiato una vita nella politica: niente di nuovo né rivoluzionario.
L'ultima prova del fallimento della "democrazia diretta" è stata il fallimento dei referendum della giustizia. La questione era grave e pesante. Riguardava la vita di tutti in modo sostanziale. Hanno avuto ragione quelli che sostengono che i quesiti e le domande, fossero troppo tecniche per chi non frequenta per mestiere le aule giudiziarie.
In ogni caso se la "democrazia diretta" (che è apparsa parecchio "indotta") fosse andata a regime avrebbe dato luogo a una serie di leggi bizzarre, populiste, spesso incoerenti. Perché senza chiare idee - se non intenti - e un programma preciso l'Italia sarebbe fallita in breve tempo.
Non dimentichiamo alcune pericolose idee a 5S delle origini: fuori dall'Euro, fuori dalla Nato, fuori dall'Unione Europea. Poi, davanti alla realtà tutto si è ammorbidito fino allo strappo di Di Maio, consapevole della realtà, contro il populismo idiota e ipocrita di Conte e del popolo 5S.
Il fallimento era scritto: non puoi riunire tanti, di idee e provenienze ideali diverse e sperare di unirli nel Governo saggio di un paese.
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