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L'Italia Assenteista

Ho assistito pochi giorni fa ad una puntata di Striscia la Notizia in cui si controllavano i dipendenti di una ASL nei loro ingressi.
I servizi sull'argomento sono stati tanti tutti molto simili.
Troppi dipendenti -statali quelli controllati- scappano al mercato o al bar dopo il timbro del cartellino, troppi timbrano anche per gli assenti.

Ciò che mi ha portato a scrivere però è stata la risposta di professionista dell'assenza, uno che ogni mattina dopo il timbro andava (o va...) ogni mattina al mercato a fare la spesa. La sua assenza il giorno in cui è stato intervistato era stata di 40 minuti ed il suo ritorno precipitoso era causato solo dalla presenza di Staffelli e della sua troupe.
Il signore pizzicato più giorni nella sua scorrettezza si è giustificato:
"È un ritardo normale; vado a far la spesa perchè vivo solo".
Ecco, "è normale"! Per lui è così, ed è quel che pensano in tanti non controllati o controllati da chi fa peggio di loro.
Che male c'è auto ridursi l'orario per andare a far la spesa quando si finisce il turno alle 14,00 e i supermercati fanno orario continuato?
Che male c'è auto-ridursi l'orario per portare i figli a scuola, andare al bar e poi fare shopping?
È anche normale, allora, dare una pensione di invalidità ad una persona quando non ne ha i diritti.
Quel che è normale, un truffa in realtà, per un impiegato, diventa normale anche per il politico.
È normale favorire un amico, magari anche bravo, per un lavoro pubblico, per una consulenza, per una fornitura.
È normale quindi usare i rimborsi elettorali per pagare i figli del segretario del partito ed i loro studi.
È normale che Lusi usasse a suo piacimento i rimborsi elettorali di un partito morto, la margherita, per gli investimenti più diversi.
Normale che nessuno sapesse della sparizione di 20 milioni di euro mentre intanto distribuiva alla bisogna.

Forse l'uscita dal tunnel della crisi italiana è molto lontano e deve partire dalle piccole cose, da noi!

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