Ho letto con piacere l'editoriale di Panebianco oggi nel corriere della sera.
Pensieri che ho più volte espresso in questo blog.
Lui è certo più bravo e li ha espressi meglio.
La sinistra è convinta che stare intorno ad un tavolo a ciarlare sia il massimo della democrazia anche se non si arriva a nulla; anzi non si arriva mai a nulla! Decidere è da fascisti.
C'è poco da aggiungere se non un racconto personale.
Al liceo partecipai ad una riunione per organizzare il monteore (orario libero di insegnamento oltre l'orario canonico deciso completamente dagli studenti). L'anno precedente c'era stata un'occupazione per questo, nell'anno invece il preside aveva dato tutta la sua disponibilità.
Ci arrivai per caso, trascinato dalla mia sinistrosa fidanzata di allora. Arrivai in ritardo quando la discussione era già avanti.
Ciarlavano di principi, indirizzi e scelte filosofiche sull'impostazione del Monteore.
Ascoltai per più di mezzora poi, contrariamente alla mie abitudini, presi la parola.
Dissi che sarebbe stato più utile decidere rapidamente un programma, decidere le materie e assegnare i vari compiti. Dissi che le troppe chiacchiere non avrebbero portato a nulla.
Mi ascoltarono in silenzio. Al termine del mio intervento riprese la parola lo stesso di prima.
Riprese con la stessa tiritera assurda come se non avessi detto nulla.
In quell'anno, pur con l'approvazione di tutti, il Monteore non si fece...
Pensieri che ho più volte espresso in questo blog.
Lui è certo più bravo e li ha espressi meglio.
La sinistra è convinta che stare intorno ad un tavolo a ciarlare sia il massimo della democrazia anche se non si arriva a nulla; anzi non si arriva mai a nulla! Decidere è da fascisti.
C'è poco da aggiungere se non un racconto personale.
Al liceo partecipai ad una riunione per organizzare il monteore (orario libero di insegnamento oltre l'orario canonico deciso completamente dagli studenti). L'anno precedente c'era stata un'occupazione per questo, nell'anno invece il preside aveva dato tutta la sua disponibilità.
Ci arrivai per caso, trascinato dalla mia sinistrosa fidanzata di allora. Arrivai in ritardo quando la discussione era già avanti.
Ciarlavano di principi, indirizzi e scelte filosofiche sull'impostazione del Monteore.
Ascoltai per più di mezzora poi, contrariamente alla mie abitudini, presi la parola.
Dissi che sarebbe stato più utile decidere rapidamente un programma, decidere le materie e assegnare i vari compiti. Dissi che le troppe chiacchiere non avrebbero portato a nulla.
Mi ascoltarono in silenzio. Al termine del mio intervento riprese la parola lo stesso di prima.
Riprese con la stessa tiritera assurda come se non avessi detto nulla.
In quell'anno, pur con l'approvazione di tutti, il Monteore non si fece...
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