Non mi stavo interessando ai particolari delle vicende giudiziarie della famiglia Renzi; mi suonava strano questo nuovo reato di traffico di influenze illecite.
Condivido pienamente i giudizi di tanti giuristi: "un reato fumoso che lascia troppa discrezionalità ai giudici."
La "discrezionalità" scatena un magistrato napoletano malato di protagonismo: Woodcock.
Stamattina infatti mi giunge il suo nome dalle rassegne stampa televisive; è lui che conduce le inchieste sul padre di Renzi e su i suoi amici.
Mi dolgono le orecchie quando sento che avrebbe come braccio armato il Nucleo Operativo Ecologico chissà perché.
Se fossimo un paese normale Woodcock non dovrebbe fare più il magistrato.
Ha sperperato un'immensità di danaro pubblico per inchieste, clamorose finite tutte sulle prime pagine dei giornali, tutte fatte a pezzi nei processi.
Questo significa che non è in grado di fare il giudice.
Se fosse un imprenditore le sue aziende sarebbero fallite tutte; se fosse un dirigente d'azienda sarebbe stato licenziato da tempo.
Ma è un dipendente statale, un magistrato, protetto dal CSM che non lo ha nemmeno mai trasferito.
Woodcock è ancora lì e probabilmente sta facendo l'ennesimo danno.
La tipologia del suo operato fallimentare c'è sempre: arresti clamorosi, fughe di notizie, pagine su i giornali: la garanzia che si tratta dell'ennesima cazzata.
È da qui che si dovrebbe partire per normalizzare il paese: cambiare il Consiglio Superiore della Magistratura; evitare che la magistratura diventi casta e continui ad auto-assolversi in ogni occasione.
I magistrati devono essere responsabili delle loro azioni sbagliate che spesso devastano le persone.
Non volete punizioni in danaro: degradateli, rimandateli a scuola e alla fine CACCIATELI, quando si dimostrano inadatti, ignoranti e incapaci.
Nessuno è indispensabile. Ci sono tanti giovani pronti a prendere il loro posto.
Eliminate poi la politica dalla magistratura: sembra un pollaio con troppi galli in cui vince chi ha il becco più ROSSO.
A Cagliari, per beghe e litigi interni (alla sinistra) non viene nominato da troppo tempo il procuratore generale.
A dir la verità queste rogne giudiziarie il PD le merita tutte.
Tanto perché i disonesti sono anche nel loro partito tanto anche perché hanno difeso all'infinito lo status quo di questa magistratura sempre pronta a sopravanzare leggi e politica.
Condivido pienamente i giudizi di tanti giuristi: "un reato fumoso che lascia troppa discrezionalità ai giudici."
La "discrezionalità" scatena un magistrato napoletano malato di protagonismo: Woodcock.
Stamattina infatti mi giunge il suo nome dalle rassegne stampa televisive; è lui che conduce le inchieste sul padre di Renzi e su i suoi amici.
Mi dolgono le orecchie quando sento che avrebbe come braccio armato il Nucleo Operativo Ecologico chissà perché.
Se fossimo un paese normale Woodcock non dovrebbe fare più il magistrato.
Ha sperperato un'immensità di danaro pubblico per inchieste, clamorose finite tutte sulle prime pagine dei giornali, tutte fatte a pezzi nei processi.
Questo significa che non è in grado di fare il giudice.
Se fosse un imprenditore le sue aziende sarebbero fallite tutte; se fosse un dirigente d'azienda sarebbe stato licenziato da tempo.
Ma è un dipendente statale, un magistrato, protetto dal CSM che non lo ha nemmeno mai trasferito.
Woodcock è ancora lì e probabilmente sta facendo l'ennesimo danno.
La tipologia del suo operato fallimentare c'è sempre: arresti clamorosi, fughe di notizie, pagine su i giornali: la garanzia che si tratta dell'ennesima cazzata.
È da qui che si dovrebbe partire per normalizzare il paese: cambiare il Consiglio Superiore della Magistratura; evitare che la magistratura diventi casta e continui ad auto-assolversi in ogni occasione.
I magistrati devono essere responsabili delle loro azioni sbagliate che spesso devastano le persone.
Non volete punizioni in danaro: degradateli, rimandateli a scuola e alla fine CACCIATELI, quando si dimostrano inadatti, ignoranti e incapaci.
Nessuno è indispensabile. Ci sono tanti giovani pronti a prendere il loro posto.
Eliminate poi la politica dalla magistratura: sembra un pollaio con troppi galli in cui vince chi ha il becco più ROSSO.
A Cagliari, per beghe e litigi interni (alla sinistra) non viene nominato da troppo tempo il procuratore generale.
A dir la verità queste rogne giudiziarie il PD le merita tutte.
Tanto perché i disonesti sono anche nel loro partito tanto anche perché hanno difeso all'infinito lo status quo di questa magistratura sempre pronta a sopravanzare leggi e politica.
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