Qualcuno oramai se ne sta rendendo conto: con Elly Schlein il PD non va da nessuna parte.
Sono parole sparse di qualche dirigente che, timidamente, avvisa gli altri del pericolo di una crollo imminente, dopo i diverse frane in tutte le ultime elezioni.
Elly però è pervicace, non molla, continua con le sue frasi poco comprensibili, poco credibili e con una politica senza sbocco.
Una radical-chic che non difende i lavoratori ma il "gender", come se l'unico problema del paese fosse la famiglia arcobaleno.
Questi giorni si è buttata a pesce sull'accordo con l'Albania, dicendo, come al solito sciocchezze.
Mentre Il compare 5S, Conte, sproloquia soltanto, diventando inascoltabile.
Il PD vorrebbe espellere dalla sinistra europea il leader Albanese solo per aver fatto un accordo con il governo italiano
Lo stesso premier ha risposto per le rime facendo fare all'allegra brigata PD una classica "figura di merda"
Si gettano su ogni pesce (polemica) sperando che sia quello giusto; una preghiera e giù parole con poco senso e poco cervello.
Le uniche parole concrete di Schlein sono state quelle legate alla volontà di aumentare le tasse, ottima soluzione per deprimere il paese.
Conte ogni tanto dice che il governo ci porterà alla rovina dopo averci tentato con forza con provvedimenti utili solo a sfasciare le casse dello stato, assolutamente incompatibili col bilancio statale.
Intanto, in Sardegna - prossima alle elezioni regionali - sperano e tentano il colpaccio, grazie anche alla molto poco efficace azione del governo locale di centrodestra guidato da Solinas.
Per farlo, per trovare uno sbocco all'accordo col 5S, candidano una Grilletta, tale Todde, forse di qualche qualità ma dalle malsane idee grilline.
Si sono guardati bene da fare le primarie, già cavallo di battaglia e sbandierata in passato che indice di "grande democrazia" sia nel PD che nei 5S. Quindi si tratta di una scelta politica, nata nelle stanze del potere, a Roma.
Si può capire perché non vogliano le primarie: una nuovo "rischio Schlein" non vogliono correrlo.
la consigliere 5S Denise Manca, nota solo per il suo balcone, perennemente esposto , siede al fianco della Tode nella conferenza che annuncia la candidatura.
Denise, pronta a fare l'assessorA, forte della sua esperienza nello scegliere i reggiseni.
Però annunciano che la Sardegna deve credere in se stessa e diventare autonoma economicamente da Roma. Come fare non lo dicono ancora. Ci aveva provato Soru con le sue tante iniziative avviate e poi naufragate nella realtà dell'Isola.
Non tutti a sinistra sono d'accordo. Per primo proprio l'ex governatore Soru, conscio della surrealtà della scelta di mettersi nelle mani degli sciamannati 5S. Colpo di mano che potrebbe non essere vincente, e si tira fuori.
Il candidato ci sarebbe, anzi, forse ci sarà, ma con bandiere autonome: Graziano Milia. Capace sindaco di Quartu. Uomo troppo fuori dai giochini idioti del PD per essere il loro candidato.
Questo potrebbe essere la pietra tombale alle ambizioni di Sinistra, divisa al suo interno, divisa alle urne.
Col candidato giusto la destra vincerebbe ancora.
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