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Violenza, non violenza

 Il giovane Filippo Turetta ha fatto qualcosa di orribile, probabilmente anche con premeditazione.

Non può lasciare indifferenti.

Tutti si chiedono perché alimentando dibattiti infiniti in ogni dove.
Come per tante notizie tutti diventano psicologi, sociologi, super-genitori.

Sembrano colpevoli tutti: il governo, la scuola, le famiglie e persino tutto il genere maschile. Senza dimenticare le parole d'ordine che circolano vorticosamente: società maschilista, società patriarcale.

Senza colpe credo che questi ultimi concetti siano veri o lo siano stati.

Ognuno si fa forte delle proprie esperienze e anche io guardo alla mia famiglia

Le mie nonne non lavoravano, o meglio non percepivano stipendi. Entrambe hanno avuto mariti molto occupati nelle cose pubbliche e nelle guerre.

Con i mariti lontano hanno retto le famiglie proprie e altrui una con i lavori nei campi, l'altra scampando le bombe della guerra in giro per l'Italia.

Ho potuto conosce solo un nonno, avvocato importante, politico e uomo di cultura. La nonna aveva scelto (certo, anche per cultura) di dedicarsi a lui e ha fatto la casalinga.

Sono arrivato intorno ai loro 60 anni, lui la adorava ancora e era ricambiato. Mai visto un atto autoritario o maschilista da parte sua.

Ho avuto fortuna anche con i genitori. Erano avanti per i loro tempi. Mia madre la seconda donna avvocato della Sardegna e lavoravano insieme.

Lei si occupava un po' di più della casa ma lui lavorava dalle 8:00 alle 22:00 tutti i feriali con pausa pranzo.

Nella società maschilista (lo era) non ho mai visto pendere il rapporto dalla parte dell'uomo né alcuna forma di autoritarismo. Anzi, in tante cose lasciava a lei le decisioni importanti: estremo rispetto reciproco.

Fortuna, certo, però vedo anche altri amici, coetanei che si comportano nello stesso modo con dei figli che seguono il loro esempio.

Filippo ha fatto un disastro e probabilmente È un disastro. Non conoscendo la storia familiare penso di più a responsabilità e disturbi della persona.

Forse, dico, forse è questa strana società, bulimica ma in crisi economica, confusa fra tecnologia, connessione continua, farlocche tendenze esoteriche e femminismo esagerato a rendere i ragazzi fragili.

Dico solo che a veder scorrere le età e i nomi delle donne uccise non trovo solo giovani. non può essere responsabile la scuola attuale. Il panorama delle età è completo fino agli ottantenni.

Allora mi domando ancora se è una questione sociale o personale. Questo mondo è pieno, strapieno di imbecilli. Persone che paiono intelligenti ma scivolano in scemenza inseguendo sciocchezze colossali come l'astrologia, l'olistica e qualunque nuova cazzata improbabile gli venga proposta.

Ho conosciuto qualcuno che si è diplomato in Archivi Arkasici (credo si scriva così) dovrebbe essere un deposito dei ricordi umani che tengono gli angeli da qualche parte in cielo. Crederci va quasi bene, diplomarsi è altra cosa. Non la considero una persona stupita e sembra sorprendente.

Quindi quel "qualcosa che non va" può avere complicità nella società ma è molto di più nella testa delle singole persone. 

Non certo in tutto il genere maschile 

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