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L'Eco di troppa cultura

Umberto Eco ha scritto alcuni libri interessanti, altri illeggibili.
Non c'è dubbio che sia una grande mente ed un uomo di cultura.
Sembra però che troppa cultura faccia male alle idee. Forse i pensieri generati al chiuso degli studioli sfumano sulla concretezza della realtà.
Così le dichiarazioni dello scrittore ad un convegno sulla cultura.
Solito giustificazionismo e difesa dell'Islam anche estremo.
Frasi tipo: "non possiamo lamentarci del terrorismo se chiudiamo gli immigrati nei ghetti".
Quindi, come al solito, il terrorismo e l'estremismo islamico è solo colpa degli opulenti e razzisti europei.
Io però ragiono al contrario e mi domando cosa dovrebbe fare lo stato italiano? Forse non bastano i milioni spesi per salvare i migranti, accudirli ed ospitarli. Per amore dell'uguaglianza lo stato dovrebbe espropriare le case del centro per regalarle ai nuovi arrivati; semplicissimo!

Nella difesa dell'Islam radicale delle cultura mondiali dimentica proprio la realtà dei fatti.
Talebani & C. si affannano a seppellire libertà, pensiero e cultura. Eco sarebbe decapitato per primo.
Gli islamici ci disprezzano proprio per la nostra possibilità di manifestare liberamente le nostre idee.

Certo ci sono i rimedi, come scriveva ieri il Corriere della Sera riportando il pensiero di noto scrittore (curioso, un'altro!...): "Charlie Hebdo sono stati stupidi non hanno avuto paura delle conseguenze".
Ecco essere intelligenti significa cedere ai ricatti della paura: quindi farsi dominare.
Potrebbe valere anche per la mafia: Falcone è uno stupido perché non ha tenuto delle conto delle concrete minacce di morte di Riina.

Quindi è ancora più semplice: vince sempre il più forte ed il più prepotente: gli intelligenti di fronte alla minacce devono rinunciare a tutto.

Quindi ci sono gli Eco che cedono culturalmente agli stati islamici, non capendo che sono peggiori dei cattolici oscurantisti del medio evo e forse anche dei peggiori dittatori del secolo passato -almeno loro pensavano all'economia dei loro paesi-.




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