La redistribuzione del reddito e la povertà media che cresce.
Io la vedo così:
I medici ancora se la cavano, finché lo stato in gravissima crisi finanziaria non sarà costretto a dare dei potenti tagli alla voce di spesa più grossa, la sanità, i medici potranno respirare; forti anche del filtro iniziale all'università; sperando sempre che serva per migliorare la qualità.
Ci sono gli altri laureati classici che invece soffrono e non poco.
Quelle che stanno relativamente meglio sono i commercialisti. Ancora i migliori riescono a sfuggire alla concorrenza dei ragionieri e sono aiutati dallo stato che complica la vita di tutti quando si parla di tasse e contabilità.
Affondano invece i laureati in legge. Gli avvocati si scannano sempre più per un pezzo di pane perché il loro numero cresce in modo esponenziale e sono tanti a offrire le loro competenze sottocosto. La qualità è tutta da verificare.
Persino i notai, ieri ricchi, oggi sempre più in crisi e costretti a licenziare. Le nuove leggi su i passaggi di proprietà danno molte poche garanzie e tolgono lavoro.
Un'altra categoria che ha passato il Rubicone sono i farmacisti. Hanno chiuso in tantissimi.
Le farmacie per reggersi devono diventare dei bottegoni. In alcune si va dal cibo per animale ai rossetti. Saranno certo tutti sanissimi!
Gli ingegneri con le varie crisi dell'edilizia non si divertono certamente.
Per i letterati invece le strade sono sempre più strette: i media tradizionali tagliano e le scuole perdono alunni. Renzi ne ha assunti tanti ma per i prossimi non saranno tempi rosei.
Mi pare che per campare si debba stare sotto la gonna dell'amministrazione pubblica; pagano; sempre e raramente licenziano; giusto quei cialtroni in mutande a SanRemo.
Sembra una sorta di comunismo indotto dalla necessità e dalla mentalità. Dove si da poco respiro all'iniziativa privata e dove lo Stato vero spreca e "munge" fino all'osso chi vorrebbe "fare da se" con qualche buona idea o con il lavoro serio. Dove studiare non sembra possa dare risultati o garantire un futuro.
Se non si trova una nuova via i soldi pubblici finiranno. Non basterà "l'elasticità" concessa dall'Europa se non svilupperanno nuove aziende che pagheranno nuove tasse.
Non "saremo felici" quando arriverà la "decrescita finale".
Io la vedo così:
I medici ancora se la cavano, finché lo stato in gravissima crisi finanziaria non sarà costretto a dare dei potenti tagli alla voce di spesa più grossa, la sanità, i medici potranno respirare; forti anche del filtro iniziale all'università; sperando sempre che serva per migliorare la qualità.
Ci sono gli altri laureati classici che invece soffrono e non poco.
Quelle che stanno relativamente meglio sono i commercialisti. Ancora i migliori riescono a sfuggire alla concorrenza dei ragionieri e sono aiutati dallo stato che complica la vita di tutti quando si parla di tasse e contabilità.
Affondano invece i laureati in legge. Gli avvocati si scannano sempre più per un pezzo di pane perché il loro numero cresce in modo esponenziale e sono tanti a offrire le loro competenze sottocosto. La qualità è tutta da verificare.
Persino i notai, ieri ricchi, oggi sempre più in crisi e costretti a licenziare. Le nuove leggi su i passaggi di proprietà danno molte poche garanzie e tolgono lavoro.
Un'altra categoria che ha passato il Rubicone sono i farmacisti. Hanno chiuso in tantissimi.
Le farmacie per reggersi devono diventare dei bottegoni. In alcune si va dal cibo per animale ai rossetti. Saranno certo tutti sanissimi!
Gli ingegneri con le varie crisi dell'edilizia non si divertono certamente.
Per i letterati invece le strade sono sempre più strette: i media tradizionali tagliano e le scuole perdono alunni. Renzi ne ha assunti tanti ma per i prossimi non saranno tempi rosei.
Mi pare che per campare si debba stare sotto la gonna dell'amministrazione pubblica; pagano; sempre e raramente licenziano; giusto quei cialtroni in mutande a SanRemo.
Sembra una sorta di comunismo indotto dalla necessità e dalla mentalità. Dove si da poco respiro all'iniziativa privata e dove lo Stato vero spreca e "munge" fino all'osso chi vorrebbe "fare da se" con qualche buona idea o con il lavoro serio. Dove studiare non sembra possa dare risultati o garantire un futuro.
Se non si trova una nuova via i soldi pubblici finiranno. Non basterà "l'elasticità" concessa dall'Europa se non svilupperanno nuove aziende che pagheranno nuove tasse.
Non "saremo felici" quando arriverà la "decrescita finale".
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