I grafici pubblicitari sono una strana categoria.
Nessuno ne sente veramente la mancanza tranne quando si fanno dei clamorosi tonfi nella comunicazione.
A partire dai piccoli che preferiscono la "grafica al computer del nipotino" a una comunicazione dei valori della propria azienda corretta e di vero impatto.
A molti sembra una sciocchezza e tutti sono convinti esperti di marketing e comunicazione.
La maggior parte confonde il proprio gusto personale - a volte molto discutibile - con una comunicazione che deve arrivare al giusto bersaglio.
I grafici devono prima vincere questa sfida che a troppi sembra equivoca e a cui non danno il giusto valore.
Lo stadio successivo è il costo.
Svendersi oramai è una moda quasi obbligatoria come per un pensionato vestirsi dai cinesi.
In Sardegna la situazione poi è una delle peggiori. Poche sono le imprese e se si tolgono quelle "fai da te" ne restano poche disposte a capire il valore della pubblicità e a spendere.
Resta il committente pubblico.
Difficile per chiunque conoscenze.
Le poche gare spesso sono pilotate e il resto e per "gli amici".
Renato Soru - da Presidente della Regione - non aveva amici ma un grafico di suo gusto a cui ha affidato tutti i suoi progetti.
Alcuni anni fa mi sono imbattuto nella "Conservatoria delle Coste" ed ho constatato che tutti i lavori venivano affidati ad un conoscente del presidente. Nel resto delle istituzioni la musica non cambia.
Insomma per i pubblicitari la vita ed è stata aggravata dalla crisi economica; tagliare sulla comunicazione è la prima azione di una qualunque azienda.
Arriva la ministra Lorenzin e ci dice che aspetta un Grafico Pubblicitario che volontariamente e GRATUITAMENTE ceda le proprie competenze.
Siamo a posto!
Nessuno ne sente veramente la mancanza tranne quando si fanno dei clamorosi tonfi nella comunicazione.
A partire dai piccoli che preferiscono la "grafica al computer del nipotino" a una comunicazione dei valori della propria azienda corretta e di vero impatto.
A molti sembra una sciocchezza e tutti sono convinti esperti di marketing e comunicazione.
La maggior parte confonde il proprio gusto personale - a volte molto discutibile - con una comunicazione che deve arrivare al giusto bersaglio.
I grafici devono prima vincere questa sfida che a troppi sembra equivoca e a cui non danno il giusto valore.
Lo stadio successivo è il costo.
Svendersi oramai è una moda quasi obbligatoria come per un pensionato vestirsi dai cinesi.
In Sardegna la situazione poi è una delle peggiori. Poche sono le imprese e se si tolgono quelle "fai da te" ne restano poche disposte a capire il valore della pubblicità e a spendere.
Resta il committente pubblico.
Difficile per chiunque conoscenze.
Le poche gare spesso sono pilotate e il resto e per "gli amici".
Renato Soru - da Presidente della Regione - non aveva amici ma un grafico di suo gusto a cui ha affidato tutti i suoi progetti.
Alcuni anni fa mi sono imbattuto nella "Conservatoria delle Coste" ed ho constatato che tutti i lavori venivano affidati ad un conoscente del presidente. Nel resto delle istituzioni la musica non cambia.
Insomma per i pubblicitari la vita ed è stata aggravata dalla crisi economica; tagliare sulla comunicazione è la prima azione di una qualunque azienda.
Arriva la ministra Lorenzin e ci dice che aspetta un Grafico Pubblicitario che volontariamente e GRATUITAMENTE ceda le proprie competenze.
Siamo a posto!
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