Chiama la collega "lesbica" e il giudice ne chiede il licenziamento
La vicenda è articolata ma non ci sono stati altri insulti
Per questo giudice apostrofare in questo modo una collega (non etero) è da licenziamento in tronco.
Il merito non mi riguarda ma mi domando cosa sarebbe accaduto se gli insulti fossero stati differenti:
"Sardignola di merda"; "Leghista del cazzo"; "Stronza paraculo"; "Cicciona mangiacannoli" così per esempio.
La legge Zan, proposta e non votata prevede pene ancora più severe ma con sentenze come questa diventa inutile
Non capisco perché la questione sessuale - nel caso pare una discussione - debba essere il caso dei casi punito con la massima severità. Nessuno deve essere insultato, nessuno deve essere diffamato; queste sono le norme e devono essere applicate secondo equità.
In Italia le leggi sono scritte e la giurisprudenza è accessoria ma abbiamo questa linea di pensiero per cui il magistrato può fare di testa sua, secondo suoi principi, quando le leggi (secondo lui) non sono sufficienti.
Quindi può decidere in completa autonomia... può fare quel che vuole. Tesi sostenuta da tanti di magistratura democratica. Un bel via libera a un potere giudiziario smisurato.
L'orientamento politico del giudice di cui sopra è chiarissimo. Ancora una volta un giudizio e inficiato dalla politica e, guarda caso, sempre con orientamento a sinistra.
Questo piace alla Schlein e a tutti i suoi amici: puniamo gli avversari e salviamo i compagni.
le cronache giudiziarie sono piene di questi casi.
Non aver pesantemente condannato le violenze - anarco-fasciste, quelle si - di Torino mentre si sfilava a Firenze contro un pericolo fascista inesistente, è un chiaro segno.
Se a questo si aggiungono certi cori "Uccidere un fascista non è reato", "Ci piace di più la Meloni a testa in giù", si capisce dove potremmo finire se gli estremisti del PD prendessero il potere.
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