La Sardegna si spopola, solo l'anno scorso ha perso 8000 abitanti.
diventa allora un mantra: salviamoci dall'invecchiamento e dallo spopolamento. Nessuno sa veramente cosa fare.
Oggi l'isola sembra lo specchio della famosa "decrescita felice" che ha prospettato anche Grillo con Casaleggio.
Siamo poveri e sempre più poveri. Come sempre accade: i. poveri vengono comprati, invasi, sfruttati.
Ecco le pale eoliche! L'agricoltura langue, non da redditi e i proprietari vendono agli speculatori.
Se l'economia non gira i ragazzi fuggono o meglio cercano soluzioni migliori.
Fuggono quelli che non trovano lavoro, scelgono di stare fuori (o vengono chiamati da aziende importanti) quelli di maggior valore.
Ho tanti esempi vicini: figli di amici andati fuori per studiare non tornano per non fare la fame (o avere un reddito di sussistenza) in Sardegna.
Abbiamo poche aziende, abbiamo pochi soldi. Alla fine vendiamo quel che abbiamo di più valido a persone o società che sanno far fruttare i nostri beni.
Pochi sardi si avvantaggeranno della liberalizzazione delle concessioni demaniali - oggi procrastinate fino al 2027 - sono pronti i cinesi e i grandi gruppi europei a mettere le loro zampone con tanti soldi per togliere anche quel reddito che viene dalla gestione delle spiagge.
Soru l'aveva capita: mancano gli imprenditori, quindi le aziende e la classe dirigente, ma non sapeva cosa fare.
Allora ecco perché la Sardegna si spopola: nessuno vuole morire di fame o fare lo schiavo a vita.
Certo non sarà il PD a salvarci, il partito che vede sempre più gli autonomi come evasori o ladri.
Occorre una politica liberista che aiuti chi vuole fare impresa, una scuola che insegni a dirigere a creare situazioni economicamente remunerative.
Abbiamo bellezze naturali uniche ma stiamo sempre pronti a sparare su chi sa organizzarci qualche economia.
Non dimentichiamo neppure le scritte su certi muri: "il turismo è sfruttamento"
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