Tempo fa, con un'amica di sinistra, espressi il mio pensiero negativo sull'Islam e su una religione dalle basi molto fragili, col suo profeta fondatore molto discutibile.
La sua risposta mi sorprese: "Non puoi scatenare una guerra di religione"
A parte la stupidità della risposta in quanto la mia opinione in un discorso a due nulla poteva provocare, ebbi la conferma di quanto sapevo: la sinistra ha un debole per l'Islam.
Stesso discorso per un video di un giornalista di sinistra Federico Rampini in cui spiega che l'essere Anti-Americani fa dell'Iran un simbolo della sinistra. I commenti, incoscienti, negavano l'evidenza
Islam con USA è sufficiente, forse a motivare perché le critiche alla religione più oscurantista del mondo, non vivono a sinistra.
Gli abusi e le violenze sulle donne sono criticati su certi giornali ma solo di spalla, come se fosse un mondo a parte oppure "esempio e nostro futuro" come diceva la Boldrini.
Allo stesso modo nelle manifestazioni contro Israele si sorvola sull'attività estremistico-terrorista di Hamas.
Oggi, una giornalista italiana, Cecilia Sala, è prigioniera in Iran. Arrestata per non meglio precisate violazioni della legge islamica, sembra invece l'arma di ricatto per la liberazione di una presunta spia-terrorista in carcere in Italia.
Da questo dovrebbe apparire palese, accorra una volta, la natura violenta, autoritaria e dittatoriale del regime di Teheran ma quel tipo di Fascismo-Islamico non scuote i cuori della sinistra italiana.
NESSUNA MANIFESTAZIONE per la liberazione di Cecilia. Nessuna alzata di scudi contro un regime non democratico. Del resto, Cecilia è una giornalista de "Il Foglio" mica una compagna del Manifesto...
Se guardiamo invece a un passato recente ci viene in mente Ilaria Salis, detenuta in un carcere europeo (non iraniano, ci sarà un bella differenza...) con buona probabilità colpevole d'aver assalito e ferito delle persone, scampata grazie alla sua elezione al Parlamento Europeo. Per questa signora la quale ritiene corretto non pagare l'affitto e occupare case altrui, le manifestazioni si sono sprecate, sommate ai comitati in sua difesa.
Poi ricordiamo quante volte abbiamo visto le bandiere rosse sventolare per strada per uno studente egiziano, arrestato nel suo paese, solo perché ha studiato qualche anno in Italia.
Ne hanno anche fatto un simbolo, un maître à penser portandolo in giro per tutto il paese a diffondere un verbo (chissà perché doveva essere un genio?) senza neppure saper parlare l'italiano. Oltretutto liberato grazie all'intervento del governo di Destra ringraziato ma a denti stretti.
Ora, Claudia Sala, giornalista di sinistra - che aveva criticato l'attività del governo per la liberazione dei Marò in India - non merita particolare attenzione. Nessuno scende in piazza, nessuno forma comitati o gruppi sui social per la sua liberazione.
È una donna, arrestata senza reali motivi che non merita le bandiere in piazza nemmeno delle femministe nostrane. Anzi, Elly, segretaria del PD, si limita a dichiarare: "mi auguro che i Governo faccia di tutto per la liberazione" e basta.
Nessuna critica all'Iran per l'arresto, ancor di meno viene criticato il regime che governa con una dura legge Islamica.
Il mistero - parzialmente svelato da Rampini - sulla passione della sinistra per una religione dai principi antitetici a quelli di Elly, della sua parte politica LGBT compresa, resta.
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