In Parlamento la sinistra ha dato vita a un nuovo dramma teatrale.
Giorgia Meloni ha espresso la sua opinione sul Manifesto di Ventotene che, se letto, mostra molti lati deboli.
Scritto da Comunisti per una Europa unita, comunista e filo sovietica.
Certo gli intenti di vedere un unico paese solidale da tanti storicamente divisi era er è un bel sogno.
Ma è come la Bibbia, non può essere presa alla lettera. È anche lecito esprimere pareri differenti, criticarlo senza essere anti-democratico, quindi, guarda un po', FASCISTA.
La parolina magica che viene fuori quando si esce dall'alveo "democratico" del pensiero unico di sinistra.
È certo possibile corretto non pensarla come la Presidente del Consiglio.
Quel che è fuori scala è la reazione assurda, come se Giorgia Meloni avesse insultato i parenti più intimi dei dirigenti PD, come se avesse bestemmiato su Maometto al raduno islamico.
Considerato anche che la maggior parte delle persone non conosce questa lista di intenti, pare, ancora una volta che la sinistra stia sbandando pericolosamente.
Gli attacchi come un guerriglia auspicati da Elly sfiorano il ridicolo. Oramai, in piena crisi d'astinenza da potere, attacca su tutto, come quei cacciatori che sparano a tutto quel che si muove, passerotti e amici compresi.
Virgole, punti, persino la laurea per lavoratori presa da un ministro, diventa una caso.
Infatti, pur di criticare la linea di governo Elly si è trovata sola e ha diviso il PD sul fronte europeo.
Giorgia guadagna in popolarità e loro rosicano all'inverosimile perdendo di vista la realtà.
Il finale è ridicolo, Elly chiama "tutti" a Ventotene e vanno in 100
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