Tutta l'Italia ha avuto modo di conoscere le vicende dello stadio per il Cagliari Calcio.
La vicenda di può riassumere brevemente:
Il presidente del Cagliari Calcio Cellino, con molta prepotenza voleva rendere lo stadio Sant'Elia un suo feudo esclusivo, realizzando all'interno centri commerciali ed altro, mentre le varie amministrazioni succedutesi di sono opposte.
Mostrando prepotenza e muscoli ha provato a realizzare lo stadio in ogni dove fino ai guai giudiziari dello stadio di Is Arenas a Quartu Sant'Elena.
Alla fine è giunto a più miti consiglio riportando la squadra nello stadio e nella città d'appartenenza.
Ovviamente si sta lavorando alacremente perché questo stadio, vecchio e obsoleto per gli standard moderni sia agibile.
Si tratta ancora una volta di pezze e accrocchi che non possono e non devono essere definitive.
I dibattito, iniziato già da qualche tempo in ambito cittadino, riguarda il futuro.
Il futuro dello stadio e quindi del Cagliari Calcio.
Le linee di pensiero sono essenzialmente due: ristrutturare l'esistente o demolire per poi ricostruire un nuovo stadio.
Io sono per la seconda ipotesi. Ho visitato casualmente la struttura e mi sono convinto che non si possa rimettere in sesto e tantomeno riadattare.
Sono contro tutti i sentimentalismi (di Gigi Riva per esempio) che vedono legarci a vita a quel passato glorioso della squadra: Negli USA gli stadi si demoliscono e ricostruiscono in un anno, gloriosi o meno.
Persino la Gran Bretagna ha demolito lo stadio del Manchester, uno de più famosi e gloriosi del mondo.
Qualcuno si attacca anche valore architettonico e storico della struttura.
In realtà si tratta di un progetto copiato da quello di Nervi dello stadio Olimpico di Roma; bello ma pur sempre un piccola copia.
Non capisco che senso abbia tenere in città una enorme vasca da bagno inutile e costosa da mantenere.
Nell'originale concorso di idee lanciato dal Comune per il suo futuro vorrei inserirmi anche io: lasciamo in piedi una sola curva e facciamone un moderno anfiteatro.
Nei terreni restanti realizziamo lo stadio nuovo.
Così sono salvi tutti: l'utilità, i sentimento e la storia.
La vicenda di può riassumere brevemente:
Il presidente del Cagliari Calcio Cellino, con molta prepotenza voleva rendere lo stadio Sant'Elia un suo feudo esclusivo, realizzando all'interno centri commerciali ed altro, mentre le varie amministrazioni succedutesi di sono opposte.
Mostrando prepotenza e muscoli ha provato a realizzare lo stadio in ogni dove fino ai guai giudiziari dello stadio di Is Arenas a Quartu Sant'Elena.
Alla fine è giunto a più miti consiglio riportando la squadra nello stadio e nella città d'appartenenza.
Ovviamente si sta lavorando alacremente perché questo stadio, vecchio e obsoleto per gli standard moderni sia agibile.
Si tratta ancora una volta di pezze e accrocchi che non possono e non devono essere definitive.
I dibattito, iniziato già da qualche tempo in ambito cittadino, riguarda il futuro.
Il futuro dello stadio e quindi del Cagliari Calcio.
Le linee di pensiero sono essenzialmente due: ristrutturare l'esistente o demolire per poi ricostruire un nuovo stadio.
Io sono per la seconda ipotesi. Ho visitato casualmente la struttura e mi sono convinto che non si possa rimettere in sesto e tantomeno riadattare.
Sono contro tutti i sentimentalismi (di Gigi Riva per esempio) che vedono legarci a vita a quel passato glorioso della squadra: Negli USA gli stadi si demoliscono e ricostruiscono in un anno, gloriosi o meno.
Persino la Gran Bretagna ha demolito lo stadio del Manchester, uno de più famosi e gloriosi del mondo.
Qualcuno si attacca anche valore architettonico e storico della struttura.
In realtà si tratta di un progetto copiato da quello di Nervi dello stadio Olimpico di Roma; bello ma pur sempre un piccola copia.
Non capisco che senso abbia tenere in città una enorme vasca da bagno inutile e costosa da mantenere.
Nell'originale concorso di idee lanciato dal Comune per il suo futuro vorrei inserirmi anche io: lasciamo in piedi una sola curva e facciamone un moderno anfiteatro.
Nei terreni restanti realizziamo lo stadio nuovo.
Così sono salvi tutti: l'utilità, i sentimento e la storia.
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