Vorrei fare un brevissimo bilancio degli ultimi degli ultimi sindaci di Cagliari, compresi gli unici tre, figli della legge che assegna loro grandi poteri (anche grandi responsabilità, come dicono quelli della Marvel).
I precedenti assomigliavano tanti ai nostri Premier: vittime e servi delle lotte di partiti e partitini.
Per non dire del vizietto di spartire risorse fra amici e parenti, molto diffuso. I socialisti poi avevano pensato alle finanze pubbliche come dei campi da falciare a loro piacimento.
Per uno di questi la città aveva storpiato il cognome in Dal Furtivo. Qualcun altro, per cui Cagliari finiva all'Amsicora, si tappava orecchie e naso, chiudendosi ne suo ufficio, per negarsi dalle ruberie tanto diffuse.
Nomi che è meglio non fare. Anche perché, per alcuni, i viali a loro dedicati anno rimpinguato casse familiari in modo considerevole.
Ma è passato troppo tempo (sono storie che hanno più di 23 anni) non serve rintuzzare le accuse; il perenne, acritico "antifascismo professionistico" appartiene ad un'altra fazione politica.
Certo è meglio ricordare la situazione, quando si pensa alla nuova legge elettorale e non si vuol cambiare la Costituzione per mantenere "il sacro status quo".
Gli ultimi tre sindaci invece hanno storie differenti.
Ne vorrei parlare da punto di vista caratteriale e di atteggiamento politico.
Fare il Sindaco oggi comporta grande impegno e sacrificio. Occorre avere una "pellaccia politica" ed un carattere all'altezza.
Mariano Delogu non . Ha uno studio legale fra i più prestigiosi della città ed un passato in prima linea come presidente del Cagliari Calcio.
Ed è stata, secondo me, proprio questa esperienza ad aiutarlo nella sua opera di primo cittadino.
Aver a che fare con ultras, giornali, calciatori, procuratori, deve avergli fatto crescere uno strato di peli nello stomaco tale da digerire e passare sopra ogni cosa. Così la sua natura decisionista ma anche incline alla mediazione, gli ha permesso di lavorare serenamente, sempre con impegno, nei suoi dieci anni da Sindaco.
Il Sindaco Floris è un personaggio ben più smaliziato - politicamente - dell'avvocato Delogu. Politico di lungo corso sapeva in parte quel che gli sarebbe toccato. Medico direttore e proprietario di cliniche, s'era certamente confrontato con sindacati e maestranze. Ha lavorato ben; ha mediato da buon democristiano; lasciato da parte quando la situazione non prometteva accorti ma conflitti.
L'ho visto sempre sereno, elegantissimo, mai tirato. Sapeva fare il suo mestiere.
Zedda, il sindaco più giovane d'Italia nei capoluoghi è arrivato con tanto entusiasmo ed un bagaglio d'esperienza ben più misero dei suoi predecessori. Avrà certamente litigato con qualche utente, nel suo lavoro nel call-center, avrà combattuto per la sua associazione culturale e con molta comodità negli scranni del Consiglio Regionale della Sardegna.
Forse pensava che il calore della folla sarebbe al momento della sua elezione stato sufficiente a spingerlo ed alimentare la sua verve durante tutto il mandato.
Invece così non è. I peccati di vera gioventù ed i nodi sono giunti presto al pettine.
Sono dalla sua parte, capisco i suoi sbandamenti, le sue incertezze. Capisco come i dubbi e le responsabilità possano tramutarsi in stress ed insonnie.
Capisco che una persona onesta davanti a tanti vincoli, lacci e lacciuoli burocratici viva nel timore. Capisco che possa eccedere, talvolta, pensando di ricaricare le batterie, nelle serate alcoliche con gli amici.
Capisco ma non posso approvare.
Le colpe e le carenze della Città si accavallano mentre il Sindaco fa troppo spesso tardi la sera e va a lavorare in tarda mattinata. Troppe sono le carenze di assessori che mancano (dimessi e mai ri-nominati); troppi quelli ancora in carica ma inadatti.
Molti, specie dalla sue parti politiche, chiedono un cambio di marcia.
Ancora di più vedono la sua rinomina sfumare sempre più rapidamente.
Caro Sindaco, si rilassi. Capisca che non può fare tutto subito. Comprenda le vere emergenze; metta da parte la retorica e l'ideologia. Sia meno fighetto e radical-chic come la descrivono in molti. Faccia un bell'esame sui suoi collaboratori e demandi alle persone giuste. Così guadagnerà un po' di "stoffa"!
Forse la prossima volta non sarà il sindaco più giovane d'Italia ma il più capace.
I precedenti assomigliavano tanti ai nostri Premier: vittime e servi delle lotte di partiti e partitini.
Per non dire del vizietto di spartire risorse fra amici e parenti, molto diffuso. I socialisti poi avevano pensato alle finanze pubbliche come dei campi da falciare a loro piacimento.
Per uno di questi la città aveva storpiato il cognome in Dal Furtivo. Qualcun altro, per cui Cagliari finiva all'Amsicora, si tappava orecchie e naso, chiudendosi ne suo ufficio, per negarsi dalle ruberie tanto diffuse.
Nomi che è meglio non fare. Anche perché, per alcuni, i viali a loro dedicati anno rimpinguato casse familiari in modo considerevole.
Ma è passato troppo tempo (sono storie che hanno più di 23 anni) non serve rintuzzare le accuse; il perenne, acritico "antifascismo professionistico" appartiene ad un'altra fazione politica.
Certo è meglio ricordare la situazione, quando si pensa alla nuova legge elettorale e non si vuol cambiare la Costituzione per mantenere "il sacro status quo".
Gli ultimi tre sindaci invece hanno storie differenti.
Ne vorrei parlare da punto di vista caratteriale e di atteggiamento politico.
Fare il Sindaco oggi comporta grande impegno e sacrificio. Occorre avere una "pellaccia politica" ed un carattere all'altezza.
Mariano Delogu non . Ha uno studio legale fra i più prestigiosi della città ed un passato in prima linea come presidente del Cagliari Calcio.
Ed è stata, secondo me, proprio questa esperienza ad aiutarlo nella sua opera di primo cittadino.
Aver a che fare con ultras, giornali, calciatori, procuratori, deve avergli fatto crescere uno strato di peli nello stomaco tale da digerire e passare sopra ogni cosa. Così la sua natura decisionista ma anche incline alla mediazione, gli ha permesso di lavorare serenamente, sempre con impegno, nei suoi dieci anni da Sindaco.
Il Sindaco Floris è un personaggio ben più smaliziato - politicamente - dell'avvocato Delogu. Politico di lungo corso sapeva in parte quel che gli sarebbe toccato. Medico direttore e proprietario di cliniche, s'era certamente confrontato con sindacati e maestranze. Ha lavorato ben; ha mediato da buon democristiano; lasciato da parte quando la situazione non prometteva accorti ma conflitti.
L'ho visto sempre sereno, elegantissimo, mai tirato. Sapeva fare il suo mestiere.
Zedda, il sindaco più giovane d'Italia nei capoluoghi è arrivato con tanto entusiasmo ed un bagaglio d'esperienza ben più misero dei suoi predecessori. Avrà certamente litigato con qualche utente, nel suo lavoro nel call-center, avrà combattuto per la sua associazione culturale e con molta comodità negli scranni del Consiglio Regionale della Sardegna.
Forse pensava che il calore della folla sarebbe al momento della sua elezione stato sufficiente a spingerlo ed alimentare la sua verve durante tutto il mandato.
Invece così non è. I peccati di vera gioventù ed i nodi sono giunti presto al pettine.
Sono dalla sua parte, capisco i suoi sbandamenti, le sue incertezze. Capisco come i dubbi e le responsabilità possano tramutarsi in stress ed insonnie.
Capisco che una persona onesta davanti a tanti vincoli, lacci e lacciuoli burocratici viva nel timore. Capisco che possa eccedere, talvolta, pensando di ricaricare le batterie, nelle serate alcoliche con gli amici.
Capisco ma non posso approvare.
Le colpe e le carenze della Città si accavallano mentre il Sindaco fa troppo spesso tardi la sera e va a lavorare in tarda mattinata. Troppe sono le carenze di assessori che mancano (dimessi e mai ri-nominati); troppi quelli ancora in carica ma inadatti.
Molti, specie dalla sue parti politiche, chiedono un cambio di marcia.
Ancora di più vedono la sua rinomina sfumare sempre più rapidamente.
Caro Sindaco, si rilassi. Capisca che non può fare tutto subito. Comprenda le vere emergenze; metta da parte la retorica e l'ideologia. Sia meno fighetto e radical-chic come la descrivono in molti. Faccia un bell'esame sui suoi collaboratori e demandi alle persone giuste. Così guadagnerà un po' di "stoffa"!
Forse la prossima volta non sarà il sindaco più giovane d'Italia ma il più capace.
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