Nonostante tutto, io, da cagliaritano, faccio tifo per il sindaco Zedda.
È giovane, dovrebbe avere nuove idee, la voglia e la forza di governare la città.
Nei disastrosi riscontri che ci da la politica quotidianamente non mi pare fra i peggiori; almeno sembra onesto.
Qualche dubbio però continua a seminarlo nella sua strada di amministratore cittadino.
L'ultima grana riguarda l'ultimo capitolo della nomina di Marcella Crivellenti al Teatro lirico, bocciata dal Tribunale Amministrativo Regionale.
Dal periodo della nomina fino alla bocciatura del TAR ha fatto il gradasso: "Ho deciso da solo: intuitus personae", "È tutto regolare".
Eppure dalla primo incontro con maestranze e giornalisti diversi gli avevano sottoposto tutte le irregolarità; prima delle quali: la Crivellenti non aveva manifestato interesse nel modo consueto.
Nessuno capiva poi perché avesse scelto una persona senza esperienza specifica e che aveva dato pessima prova di se persino come addetta alla biglietteria.
Ora fa il mea culpa. Un certo professor (mah!) Pubusa gli contesta che il sig. FAVA, il quale gli avrebbe presentato la signora, è un maggiorente SEL.
Grossa sciocchezza. Se l'avesse conosciuta da bambina sarebbe stato nepotismo... e chiunque fosse stato avrebbe avuto qualcosa da dire: la presentazione non è raccomandazione "tout-court".
Del resto la lista dei "raccomandatori" sussurrati è lunga: Vendola, Gianni Letta, Enrico Letta.
La vicenda però dimostra che il sindaco alle volte è troppo giovane ed ha poca esperienza. Del resto, a parte alcune performance come attore e alcuni lavoretti saltuari e l'esperienza come politico non ha fatto molto altro nella sua vita.
I dubbi non sono solo miei. Sono tanti anche nel suo schieramento ad avere dei dubbi.
Gli contestano troppe notti folli, troppe deleghe sulle sue spalle (assessori dimessi e non rinominati) ed anche di non cacciare alcuni assessori evidentemente inadatti e incapaci, fra i quali "chiacchierona Puggioni".
Biolchini vomita da par suo. Dal bandierone (dietro il sindaco alla sua elezione) siamo arrivati al coltellone piantato nella schiena del povero Massimo.
Speriamo sappia riprendersi, la città ha bisogno di impegno serio fino alla fine del suo mandato.
È giovane, dovrebbe avere nuove idee, la voglia e la forza di governare la città.
Nei disastrosi riscontri che ci da la politica quotidianamente non mi pare fra i peggiori; almeno sembra onesto.
Qualche dubbio però continua a seminarlo nella sua strada di amministratore cittadino.
L'ultima grana riguarda l'ultimo capitolo della nomina di Marcella Crivellenti al Teatro lirico, bocciata dal Tribunale Amministrativo Regionale.
Dal periodo della nomina fino alla bocciatura del TAR ha fatto il gradasso: "Ho deciso da solo: intuitus personae", "È tutto regolare".
Eppure dalla primo incontro con maestranze e giornalisti diversi gli avevano sottoposto tutte le irregolarità; prima delle quali: la Crivellenti non aveva manifestato interesse nel modo consueto.
Nessuno capiva poi perché avesse scelto una persona senza esperienza specifica e che aveva dato pessima prova di se persino come addetta alla biglietteria.
Ora fa il mea culpa. Un certo professor (mah!) Pubusa gli contesta che il sig. FAVA, il quale gli avrebbe presentato la signora, è un maggiorente SEL.
Grossa sciocchezza. Se l'avesse conosciuta da bambina sarebbe stato nepotismo... e chiunque fosse stato avrebbe avuto qualcosa da dire: la presentazione non è raccomandazione "tout-court".
Del resto la lista dei "raccomandatori" sussurrati è lunga: Vendola, Gianni Letta, Enrico Letta.
La vicenda però dimostra che il sindaco alle volte è troppo giovane ed ha poca esperienza. Del resto, a parte alcune performance come attore e alcuni lavoretti saltuari e l'esperienza come politico non ha fatto molto altro nella sua vita.
I dubbi non sono solo miei. Sono tanti anche nel suo schieramento ad avere dei dubbi.
Gli contestano troppe notti folli, troppe deleghe sulle sue spalle (assessori dimessi e non rinominati) ed anche di non cacciare alcuni assessori evidentemente inadatti e incapaci, fra i quali "chiacchierona Puggioni".
Biolchini vomita da par suo. Dal bandierone (dietro il sindaco alla sua elezione) siamo arrivati al coltellone piantato nella schiena del povero Massimo.
Speriamo sappia riprendersi, la città ha bisogno di impegno serio fino alla fine del suo mandato.
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