Su Radio Uno è andata in onda la solita trasmissione con gli ascoltatori.
Collegati in studio Michele Serra, un Imam, Staino.
Staino impersonava il solito buonista, cieco davanti alla realtà di un Islam che non ha una realtà moderata; o meglio: non è moderata come ci vorrebbero far credere.
Serra, di cui non ho grande stima, diceva una della poche cose sagge: l'islam non ha subito l'evoluzione che ha subito il cristianesimo verso la modernità.
Calzante, ma fino ad un certo punto, il suo parallelo con le BR in Italia.
Prima: "so ragazzi"; "sono compagni che sbagliano" poi anno ucciso dei sindacalisti e la sinistra a smesso di PROTEGGERLI!
Entrambi in coro evocavamo un intervento dei mussulmani moderati come il presente imam che non faceva però bella figura.
Non sapendo che altro dire ha ripetuto fino alla nausea che non si può uccidere per una religione.
Però di fronte alle domande come "l'islam si può criticare?" non rispondeva e lo stridio di unghie sugli specchi era assordante.
Pronto a relegare la violenza su piccoli e sparuti gruppi.
Noi sappiamo bene quali e quante prediche ambigue circolino nelle moschee in Italia.
Sappiamo bene perché la reazione dei mussulmani nostrani e sempre tiepidina: sono solidali con i terroristi contro la cultura occidentale che offende la loro religione.
Ed ecco infatti il commento di un famoso imam già cacciato dall'Italia dalla porta e rientrato dalla finestra con la gioia dei nostri "sinistri":
Collegati in studio Michele Serra, un Imam, Staino.
Staino impersonava il solito buonista, cieco davanti alla realtà di un Islam che non ha una realtà moderata; o meglio: non è moderata come ci vorrebbero far credere.
Serra, di cui non ho grande stima, diceva una della poche cose sagge: l'islam non ha subito l'evoluzione che ha subito il cristianesimo verso la modernità.
Calzante, ma fino ad un certo punto, il suo parallelo con le BR in Italia.
Prima: "so ragazzi"; "sono compagni che sbagliano" poi anno ucciso dei sindacalisti e la sinistra a smesso di PROTEGGERLI!
Entrambi in coro evocavamo un intervento dei mussulmani moderati come il presente imam che non faceva però bella figura.
Non sapendo che altro dire ha ripetuto fino alla nausea che non si può uccidere per una religione.
Però di fronte alle domande come "l'islam si può criticare?" non rispondeva e lo stridio di unghie sugli specchi era assordante.
Pronto a relegare la violenza su piccoli e sparuti gruppi.
Noi sappiamo bene quali e quante prediche ambigue circolino nelle moschee in Italia.
Sappiamo bene perché la reazione dei mussulmani nostrani e sempre tiepidina: sono solidali con i terroristi contro la cultura occidentale che offende la loro religione.
Ed ecco infatti il commento di un famoso imam già cacciato dall'Italia dalla porta e rientrato dalla finestra con la gioia dei nostri "sinistri":
La strage di Charlie Hebdo? L'ex imam di Milano Abu Omar punta l'indice contro il Papa, ma non solo. "Tutti hanno responsabilità per quanto accaduto in Francia", dice l'egiziano noto per il suo sequestro a Milano nel 2003, in un’intervista ad Aki-Adnkronos International. Nel mirino del religioso c'è infatti la stessa rivista, la magistratura francese, ma soprattutto il Vaticano che "avrebbe dovuto prendere posizione» contro le vignette ’blasfeme' pubblicate in passato da Charlie Hebdo, che sarebbero il movente dell’attacco di ieri.
Posizioni - La rivista "ha sbagliato quando ha pubblicato le vignette - dice Abu Omar - perché le ha pubblicate senza considerare il sentimento dei musulmani francesi. E anche i giudici hanno sbagliato, perché hanno preso le difese del giornale con la scusa della libertà di espressione, nonostante la stessa magistratura francese abbia preso posizioni molto dure contro i negazionisti dell’olocausto". Ancora, secondo l’imam, anche il Vaticano e il pontefice di allora, Joseph Ratzinger, "avrebbero dovuto prendere posizione sull’argomento e spiegare che la pubblicazione di quelle vignette è contro gli insegnamenti celesti". Infine Abu Omar ammette che la responsabilità è anche dei giovani che hanno eseguito l’attentato, che "avrebbero dovuto considerare che vivono in una società europea dove attaccare le cose sacre è normale". "Avrebbero potuto reagire - dice - con manifestazioni e con un’opposizione pacifica, spingere la gente a pensare in modo ragionevole, senza usare la violenza".
Conseguenze - Le conseguenze più gravi dell’attentato, secondo Abu Omar, sono per i musulmani che vivono in Occidente. "Questa azione - conclude - farà aumentare l’islamofobia e danneggerà la posizione degli immigrati musulmani in Europa".
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Però era lui che faceva discorsi violentissimi nella sua moschea a Milano...
Nessuna guerra di religione, dico io, ma non si può far finta che sia tutto normale.
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Però era lui che faceva discorsi violentissimi nella sua moschea a Milano...
Nessuna guerra di religione, dico io, ma non si può far finta che sia tutto normale.
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