"Abbassare le tasse". Il presidente della Bce, Mario Draghi è chiarissimo. Dopo i dati sul Pil negativo dell'Italia, Draghi prova a dettare la linea e dà qualche consiglio a Renzi: "Paesi come l'Italia devono abbassare tasse, sono i paesi con il più alto livello tassazione in un'area in cui le tasse sono le più alte al mondo". Mario Draghi, da Francoforte, ribadisce l'avvertimento che ieri il Wall Street Journal aveva fatto nei confronti del Governo Renzi e cioè che sulle misure economiche non ci siamo. Il calo del Pil in Italia è stato determinato anche dalla debolezza degli investimenti, che a loro volta può riflettere "la generale incertezza che circonda le riforme economiche", ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi, citando giustizia e competitività. Sull'Italia poi circolano molte "storie" che scoraggiano gli investitori, ha aggiunto. "Ci sono storie di investitori che vorrebbero creare fabbriche e creare posti di lavoro", che però richiedono innumerevoli autorizzazioni e mesi. "Ci sono storie di giovani che vorrebbero mettere su una attività - ha insistito - ma servono nove mesi".
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Mi pare chiaro che sia indispensabile iniziare da qui; Dalle tasse che non è più possibile pagare e dalla burocrazia che strozza chiunque.
Voglio però fare un ragionamento sull'Euro.
I paesi africani, la Cina, l'India pagano pochissimo i loro operai.
Non è esattamente sfruttamento poiché quegli stipendi, bassi, sono comunque legati al costo della vita di ciascun paese. Probabilmente l'operaia senegalese che guadagna l'equivalente di 50 euro al mese riesce a vivere e a sfamarsi. Non avrà i più moderni oggetti tecnologici ma probabilmente campa e sostiene anche la famiglia.
Molte badanti Ucraine che in Italia che hanno preso stipendi in linea con i nostri standard, in patria sono riuscite a comprarsi una casa senza grandi difficoltà.
Ecco cosa penso sia accaduto in Italia ed in Europa con l'avvento della moneta unica. Noi eravamo poveri ma ci gestivamo con un mercato interno che equilibrava gli scambi.
I tedeschi erano ricchi e pagavano ogni cosa tre volte più che da noi.
La nuova moneta ci ha coinvolto all'interno di un'economia ben superiore alla nostra. I prezzi italiani, oggi, sono molto simili a quelli tedeschi e olandesi ma l'economia complessiva non è riuscita ad adeguarsi.
Non si è trattato di inflazione (con un euro acquisti quel che pagavi 1000 lire ma l'euro ne varrebbe il doppio) ma di adeguamento dei prezzi alle economie europee forti.
Col provincialismo atavico delle nostre imprese e con la globalizzazione abbiamo ceduto.
Insomma è come se ci avessero portato a passare una notte al Billionaire con uno stipendio da insegnante: poche bottiglie di champagne e siamo stati costretti a firmare cambiali decennali per pagare il conto.
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Mi pare chiaro che sia indispensabile iniziare da qui; Dalle tasse che non è più possibile pagare e dalla burocrazia che strozza chiunque.
Voglio però fare un ragionamento sull'Euro.
I paesi africani, la Cina, l'India pagano pochissimo i loro operai.
Non è esattamente sfruttamento poiché quegli stipendi, bassi, sono comunque legati al costo della vita di ciascun paese. Probabilmente l'operaia senegalese che guadagna l'equivalente di 50 euro al mese riesce a vivere e a sfamarsi. Non avrà i più moderni oggetti tecnologici ma probabilmente campa e sostiene anche la famiglia.
Molte badanti Ucraine che in Italia che hanno preso stipendi in linea con i nostri standard, in patria sono riuscite a comprarsi una casa senza grandi difficoltà.
Ecco cosa penso sia accaduto in Italia ed in Europa con l'avvento della moneta unica. Noi eravamo poveri ma ci gestivamo con un mercato interno che equilibrava gli scambi.
I tedeschi erano ricchi e pagavano ogni cosa tre volte più che da noi.
La nuova moneta ci ha coinvolto all'interno di un'economia ben superiore alla nostra. I prezzi italiani, oggi, sono molto simili a quelli tedeschi e olandesi ma l'economia complessiva non è riuscita ad adeguarsi.
Non si è trattato di inflazione (con un euro acquisti quel che pagavi 1000 lire ma l'euro ne varrebbe il doppio) ma di adeguamento dei prezzi alle economie europee forti.
Col provincialismo atavico delle nostre imprese e con la globalizzazione abbiamo ceduto.
Insomma è come se ci avessero portato a passare una notte al Billionaire con uno stipendio da insegnante: poche bottiglie di champagne e siamo stati costretti a firmare cambiali decennali per pagare il conto.
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