I motociclisti sono esposti sempre a rischi maggiori rispetto agli automobilisti.
I motivi sono tanti.
Non hanno intorno un telaio protettivo.
Sono meno visibili di un auto
L'equilibrio può essere modificato anche con un urto leggero.
L'aumentare della "cavalleria" nelle moto sportive ha convinto molti che questa potesse essere sfruttata anche sulle strade di tutti i giorni.
Ci si dimentica che per esempio 180 cv un tempo appartenevano solo alle moto nelle gara di Superbike.
Alcune moto "civili" oggi superano questo limite.
In meno di 24 ore sono morti due motociclisti in provincia di Cagliari ed in particolare sulla SS 125.
Da centauro di antica data ed avendo visto un parente morire in moto, queste notizie mi soffocano dall'emozione. Allo stesso tempo non mi sorprendono ne sono nuove, anzi.
La SS 125 è una delle mie strade preferite: molte curve, paesaggi mozzafiato. È capitato che quando la percorro, a velocità "non da pensionato" venissi spaventato e superato da folti gruppi di moto dal rombo impossibile con velocità inadeguate allo stato ed alla sicurezza della strada.
I due motociclisti non sono morti a causa di automobilisti distratti, ma perché hanno perso il controllo del mezzo.
Una ruota sul brecciolino laterale e la moto portata al limite diventa ingovernabile anche per motociclisti esperti.
Il primo ha sbattuto contro le rocce e le reti di protezione laterali, il secondo è caduto da un dirupo.
Entrambe le moto, dopo i drammatici incidenti, avevano pochi danni in rapporto alle conseguenze per i piloti.
Questo genere di incidenti sulle piste avvengono spesso; in quei casi però esistono vie di fuga, sabbia e altri elementi per la protezione del pilota.
Sulla SS125 basta un inside-out per fare un salto nel vuoto di 20 metri nel vuoto
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