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Fini: un suicidio sessualmente assistito

 Quando Gianfranco Fini, in odore di diventare leader di tutta la destra, attaccò Berlusconi, spaccando il partito, litigai con la allora direttrice de IL SECOLO d'Italia.

Mentre lei attaccava Silvio su tutti i fronti, io cercavo di spiegarle la miopia di Fini e quali danni avrebbe fatto quel passo.

Avevo ragione da vendere.

Fini non è stato solo miope ma anche presbite. Il governo di destra entrò immediatamente in crisi. La sinistra prese il potere - anche se con tante difficoltà per la sua natura conflittuale - la destra si sfaldò.

In questo guazzabuglio è cresciuta l'antipolitica del M5S, un gruppo di scapatti casa con idee parecchio confuse e spesso pericolose

È stato necessario il miracolo di Giorgia Meloni che è riuscita costruire un partito dal nulla.

Vista la collocazione, scelta da Grillo poi da Conte, di schierarsi a sinistra, un fronte opposto è comunque necessario per il paese, in attesa che il PD si scrolli di dosso gli estremismi di Elly

Qualcuno ai tempi diceva che Fini fosse uno sterminatore di partiti. Cancellato il MSI ha poi annullato Alleanza Nazionale e infine Il Popolo delle Libertà; é morto pure l'ultimo partito costituito dopo la separazione dal PdL

Certo dopo la sua nomina a segretario del MSI aveva iniziato col piede sbagliato. L'ansia di rinnovamento lo aveva portato a cancellare tutta la vecchia classe dirigente, comunque ancora valida, per perdere miseramente voti costringendolo a un pesante passo indietro. Si racconta che, dietro la sua grande abilità  comuncativo-dalettica, ci fosse una reale incapacità a gestire il partito.

Però i suoi modi e le sue idee avevano conquistato molti e, nonostante i conflitti con Silvio, sarebbe stato quel leader moderato e onesto di cui uno schieramento di destra aveva bisogno.

Invece quel discorso contro Berlusconi, in quel momento, in quel modo sono stati un disastro e il suo SUICIDIO politico.

Un colpo di testa senza il minimo di attenzione e ragionamento come se qualcuno avesse scosso il suo orgoglio, invogliandolo alla ribellione e spingendolo, così verso il baratro.

Il sospetto, viste le vicende successive, è che la nuova compagna Elisabetta abbia avuto un ruolo importante.

Forse è stata lei a convincerlo d'essere superiore a Silvio per poterne prendere il posto.

Giusto, forse, ma lo ha fatto nel modo peggiore possibile. Sconcertando tutti gli amici e facendo felici gli avversari.

La questione della casa di Montecarlo e altri episodi come le pressioni presso la presidenza RAI per dare qualche incarico al cognato (delinquente e ora latitante) sono un chiaro segno che Gianfranco non fosse più lucido. 

Elisabetta era procace e abile con gli uomini. Il suo discutibile passato in cui era passata da figlio Gaucci al padre (uomo ricco ma esteticamente più vicino a un cinghialetto che al discobolo di Milone) è un segno. Compresa l'appropriazione di una cospicua vincita al Superenalotto per una giocata fatta da Gaucci padre.

Si potrebbe forse parafrasare il famoso detto:

Tira più un pelo di .... di tutta la poitìca

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