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Un certo linguaggio

"Ziulai regni nei nostri cuori"

la scritta che campeggia su un ponte in periferia di Cagliari.
Non è certo opera della media borghesia cagliaritana e oltre.

Antonello Lai è un coraggioso giornalista dell'emittente sarda TCS, da anni si batte per tutti, poveri, emarginati; con molto rispetto per tutti anche quelli che poveri non sono.
Non appartiene alla razza "ipocrita" che domina certe redazioni.

Non è però tenero con nessuno; con garbo e ironia, tutta cagliaritana, non le manda a dire a nessuno.

L'ho visto navigare in luoghi in cui non andrei mai da solo ed affrontare personaggi tosti e realmente pericolosi
Lui ne è sempre uscito sano e talvolta ha ribaltato situazioni precarie finite a tarallucci e vino.

Ieri invece non è andato tutto liscio



Cagliari, giornalista e cameramanaggrediti nel campo nomadi abusivo

 La coda di paglia e forse la convinzione di una impunità sociale hanno portato a questo.
Non puoi dire ad un paraplegico: "hei! Ma non cammini!" non puoi dire ad un Rom: "hei! Ma sei abusivo! Di che cosa vivi?".
Sono verità non gradite.
Ed ecco che il linguaggio differisce, Ziulai vuole documentare far conoscere loro nascondersi - tranne quando devono chiedere- e a certe domande rispondono con il loro linguaggio preferito.

Casamonica era il Re di Roma ed ha sparso terrore, la figlia dice che è buono come Papa Francesco;
magari ha sbagliato secolo. Come papa assomiglia di più ai papi briganti del medioevo e oltre, che non si facevano scrupolo di usare la violenza per i loro fini.

Purtroppo i rappresentanti del pensiero dominante - di sinistra - nascondono la verità dietro "la cultura Rom" accettando l'inaccettabile.
Ma forse si tratta di codardia: non vogliono buscarle




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