C’è qualcosa nei suoi occhi. Qualcosa di più dello sconcerto che tanto spesso si vede nei volti degli innocenti.
È qualcosa che ti perseguita. Qualcosa che ti arriva con forza non alla mente, ma in un luogo più prosaico. Alle viscere. Alle ossa.
Sembra che la sua espressione stia direttamente implorando. Sembra stia chiedendo: "Ti importa? Mi vedi?".
Lo scorso 15 marzo 2015 la Siria è entrata nel suo quinto anno di miseria e caos. Il suo quinto anno di massacro.
Molti gruppi umanitari, e tanti siriani, quel giorno hanno avuto una grande accusa da muovere.
Il mondo, hanno detto, aveva abbandonato il Paese e la sua gente. Al mondo non importava più della Siria.
Ma il numero di persone che ha visitato il nostro sito quel giorno era ben lontano dalle aspettative.
Le controversie fanno quasi sempre notizia. E coloro a cui dovremmo prestare attenzione cadono in secondo piano.
Invece, le storie di violenza quotidiana, di guerra e di una routine soffocante non sortiscono lo stesso effetto.
Quando twittiamo che il mondo non si sta preoccupando abbastanza, in molti ci retwittano. Ma la maggior parte non clicca il link per leggere le nostre storie.
Forse, vogliono solo dare l’impressione che a loro importi qualcosa. Forse, credono che le persone dovrebbero interessarsi e basta.
Ma a loro non importa a sufficienza per arrivare a leggere quello che scriviamo. È un peccato.
Perché questa è un’opportunità per fare il punto della situazione, per riflettere sul fatto che più di 220mila persone sono state uccise.
La nostra indifferenza è qualcosa su cui dobbiamo riflettere e parlare.
In quanto giornalisti, dovremmo mettere in discussione la qualità del nostro lavoro. In quanto persone, la nostra stessa umanità.
Perché possiamo fare di meglio. E quella donna nella fotografia deve sapere che noi la vediamo.
L'articolo di Barry Malone su The Post Internazionale:http://www.thepostinternazionale.it/…/non-leggerai-questo-a…
La Siria soffre da troppi anni, è vero.
Non è vero che l'occidente sia indifferente.
A partire da profughi rifugiati che arrivano ogni giorno sulle nostre coste.
Questo articolo accorato dimentica molte cose.
In primo luogo che tanti, soprattutto all'inizio della guerra civile, volevano intervenire.
L'America ha fatto qualcosa di sicuro; probabilmente danni...
Tutti poi hanno taciuto.
Il motivo del silenzio sta nella difficoltà di scegliere una parte del conflitto: da una parte un sanguinario dittatore, dall'altre i tagliagole islamici.
In mezzo ci sta la popolazione che non vorrebbe nell'uno né gli altri.
Difficile poi trovare il modo di intervenire. Non si può "aprire un tavolo" per ora (hanno finito le aragoste...) anche perché le parti in causa, in realtà, non solo solo due nessuna pare affidabile.
Non si può, militarmente intervenire in una guerra civile, il recente passato della Libia ha fatto pentire in molti dell'intervento militare seppur limitato all'aviazione.
Questo per dire anche che l'intervento esterno non sempre porta risultati positivi; per nessuno.
Quella linea di magma grigio che impasta le realtà medio orientali è sempre difficile da delineare e da appianare.
Io non vedo una soluzione in tempi brevi, in ogni caso. Forse il destino del paese è legato agli interventi dell'occidente contro lo stato islamico.
Per ora nessuno pare volersi muovere.
Attendiamo nuovi attentati!

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