Il "filosofo" Galimberti afferma che solo la povertà ci rende forti mentre la ricchezza indebolisce.
Lo dice ovviamente con un buon stipendio, ricavi dai libri, cospicui gettoni per i suoi interventi in TV.
Facile fare ironia ma sono teorie diffuse. Nei commenti social a questo suo post tanti applausi anche da possessori felici di preziosi iPad, iPhone ultimo modello, Computer aggiornatissimi.
Tempo fa, un "attore" Ascanio Celestini ci raccontava come sarebbe stato bello se fossimo tornati tutti poveri con la "Decrescita Felice", teoria raccolta in parte da Grillo e i suoi accoliti. Abbandonata poi come tante altre sciocchezze portate avanti da un comico dalle idee surreali.
È vero che in un povero è maggiore lo stimolo per migliorare la sua situazione? Certo, ci mancherebbe!
È vero: tutte le carenze portano a impegnarsi e a volere di più. È chiaro però che una società povera è più ignorante, facilmente predata da chi ha più mezzi e più cultura. Chi è povero si vende con più facilità, magari anche il proprio voto( magari per 50€...); un paese povero cede le proprie terre, le proprie risorse. Povertà significa anche mancanza di mezzi, di strutture quindi anche di assistenza sociale. Diversi paesi africani sono tristi esempi. Seguendo un paradosso un povero desidera diventare ricco (non un sapiente) raggiunto il risultato si rammollirà, quindi il destino è sempre quello, un ciclo continuo.
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