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Nostalgie del passato

 In un articolo "Caffè Scorretto" dell'Unione Sarda, a firma "Tacitus" si descrive la nostalgia per il passato ritenuto sempre meglio dell'attualità.

La si definisce quasi una malattia e forse in fondo lo è ma si sente forte la nostalgia.

A me il passato non manca. Mi mancano le forze della gioventù. Non che avessi puntato tutto sul fisico ma ci ho speso del tempo e qualche risultato sportivo lo ho ottenuto. Non solo; Ho praticato uno sport di squadra e, con grande fortuna, quegli amici sono ancora tali dopo tanti anni. Una bella eredità che compensa ampiamente i deficit naturali del fisico.

Ma a Tacitus preoccupano sopratutto questi venti di guerra - come a tutti - queste stragi in giro per il mondo che sembra non finire mai.

Il mondo sembra brutto ormai in decadenza, diretto verso una fine terribile.

La mia mancanza di nostalgia arriva d'aver vissuto epoche altrettanto "brutte", d'aver letto i libri di storia cercando di capire la realtà della vita concreta delle persone.

Le note storiche del susseguirsi degli eventi sono quasi sempre rivolte ai capi, ai governi e alle loro decisioni. Non è sbagliato, sono le decisioni in testa che hanno modificato i destini di chi stava sotto.

Anche nella rivoluzione francese l'iniziativa e la spinta decisiva è stata presa dalla minoranza dei borghesi. Nella rivoluzione russa da Lenin e dal suo circolo.

lasciando perdere le questioni politiche e anche l'influenza del popolo su tanti avvenimenti io penso alla vita reale.

Era sempre necessario mangiare, sopravvivere in qualche modo anche nei periodi peggiori.

Per la maggior parte c'erano meno aspettative; le comodità di oggi era utopie. Si viveva ben lo stesso? Sì, perché oggi come allora si pensava al futuro ma si guardava il presente, ma certe epoche sono state terribili per tantissimi,

I disastri c'erano anche allora. Le guerre le ingiustizie, i cataclismi, i dittatori

Nella storia relativamente recente, in alcune parti della terra era veramente una catastrofe. In Somalia l'arrivo dei soldati italiani non è stata certo una festa. Nella maggior parte dei territori occupati dagli europei imperialisti, i locali, vivevano sottomessi. 

Alcuni arrivano a paragonare le atrocità naziste agli atti compiuti "nell'Impero" dai britannici, e forse non sbagliano.

Questi scenari si possono replicare in qualsiasi epoca. 

Se talvolta, per certi periodi, da una parte si è vissuto in pace, in altri luoghi regnava comunque il caos.

Coloro che hanno vissuto consapevolmente, in Europa, la seconda guerra mondiale, sono quasi estinti.

Restano in vita quelli che hanno goduto di tutti questi anni di pace europea. Forse si sono viziati e pensano che non esitano altre realtà. Come i pacifisti "pelosi", ora filo-putin, che non comprendono quale strazio potrebbe esserci per gli Ucraini se vincesse la Russia.

Ieri non era meglio, eravamo solo più comodi noi. Noi che abbiamo visto però gli "anni di piombo" con tutto quel che ne è conseguito.

Non ci può essere nostalgia. Non conosciamo con certezza una "età dell'oro" se non per egoismo.

Ci deve essere solo l'impegno perché questi disastri, quindi di un peggioramento, non si estendano oltre anzi, terminino.

Deve essere chiaro che un peggioramento per chi è già al limite può significare solo la morte.

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