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Il mostro di Firenze, le mie idee

 "Mostrologi" così vengono definiti coloro che ancora si interessano al caso dei delitti del Mostro di Firenze, i duplici omicidi delle coppie tra il 1978 e il 1985.

Posso essere enumerato fra quelli. Ho letto libri, ho guardato tanti filmati e seguo dei gruppi sui social.

Senza stress ma con attenzione.

Ciò che mi attira è il caos che si è generato negli anni. Tutti gli indiziati, negli anni, sembrano essere i colpevoli. Hanno tutto, o quasi, del profilo del mostro.

Alcuni sono stati scagionati da dati oggettivi, per altri non sono state trovate prove a sufficienza.

La lista è lunga

Stefano Mele, si auto accusato degli omicidi della moglie e del suo amante con la famosa Beretta calibro 22, comune a tutti i delitti del mostro.

Francesco e Salvatore Vinci, brutte persone con pessime abitudini

Il primo girava con una pistola nello scooter ed era in contatto con pregiudicati sardi del tempo. Scagionato perché in prigione mentre il mostro uccideva. L'altro con abitudini sessuali ben oltre la "liquidità" potrebbe essere l'omicida della prima moglie; in casa sua sono stati trovati stracci intrisi di sangue usati per contenere una rivoltella.

Mele, nella vicenda delittuosa ha coinvolto altri, oltre i Vinci sopra citati, in particolare il cognato, fermato tempo dopo dalla polizia con in macchina l'attrezzatura perfetta per i delitti del mostro di cui non seppe dare spiegazione.

Viene arrestato anche un certo Spalletti, guardone che ha conoscenza di un delitto prima della polizia. Arrestato e scagionato anche lui da un nuovo duplice omicidio. Farà sempre il pesce in barile, affermando d'aver sentito del delitto al bar. Fra tutti, è quello su ho meno dubbi. Certamente sapeva tanto di più di quel che ha detto.

Poi c'è il legionario Vigilanti, paraculo straordinario. Sembra la summa di tutti gli indizi e non fa nulla per nasconderlo. Conosce e abita vicino a Salvatore Vinci, conosce Pacciani, ha una calibro 22 e anche munizioni serie H. Denuncia d'averla persa. È stato fermato dalla polizia la sera del delitto degli Scopeti nei pressi con il medico Narducci e dice d'aver avuto timore. Sessualmente pervertito aveva fatto parte della legione straniera, abile con le armi. Ha subito un processo senza esito.

Alcuni hanno rivolto pesanti sospetti su Joe Bevilacqua. Ex-militare abitava vicino a uno dei luoghi del crimine. Sentito anche durante il processo Pacciani ha affermato d'aver sentito i colpi di pistola. Assomiglia a certi identikit girati nel periodo. Abile con le armi, rientra con precisione in un calendario che vede la fine dei delitti del serial Killer americano Zodiac quando si trasferisce in Italia in coincidenza con l'inizio dei delitti del Mostro. Ha fatto parte dei servizi segreti ed era in contato con ambienti giudiziari.

Mario Spezi, giornalista de La Nazione che ha seguito a fondo la vicenda, indicava nel figlio di Salvatore Vinci, Antonio, il vero colpevole, tanto d'aver tentato di depistare le indagini per portare gli inquirenti su quella pista. Nessuna prova a suo carico ma soltanto una serie di successioni logiche.

Nel tritacarne è finito anche Calamandei, farmacista di San Casciano, accusato dalla moglie di detenere i feticci asportati dal mostro. Processato è stato assolto con formula piena.

Ultimo ma non ultimo il medico Narducci. Era nell'elenco stilato dagli inquirenti dei possibili colpevoli. il perché non è chiaro. La moglie dubitava di certe sue assenze e di certi suoi comportamenti. A Perugia molti erano convinti che il mostro fosse proprio lui. La sua morte ha lasciato molti interrogativi. Izzo, il criminale del Circeo, racconta di strani riti sadico-sessuali a cui avrebbe partecipato col medico di Perugia.

Ultimamente si cerca l'autore di un furto d'armi (fra cui una Beretta calibro 22). Paolo Cochi, documentarista e scrittore di vari volumi sull'argomento, conosce il nome ma, per ora non è dato saperlo.

L'altra ricerca oggi in voga è un "Rosso del Mugello", personaggio visto dal alcuni spiare le coppiette poi uccise.

Non mancano i poliziotti. Per alcuni i sospetti sono pesanti, presenti nei momenti salienti della vicenda, potrebbero aver depistato le indagini (a loro carico?) e condannati dopo per altre irregolarità dopo esser stati trasferiti.

C'è anche un fantomatico (mai individuato chiaramente) americano di colore e di discreta stazza, tirato in ballo anche dai "compagni di merende"

Infine proprio loro, la "simpatica" combriccola di maniaci che ha finito per essere gli unici responsabili per la la giustizia italiana.

Pacciani, Lotti e Vanni. Brutta gente con pessime abitudini. del contadino si sa tutto degli altri due è venuto fuori tanto di peggio.

Forse non si sa abbastanza che il contadino di Mercatale è stato riconosciuto da una persona aggredita in auto presso un cimitero con la fidanzata. L'aggressore aveva un'arma in mano

Muoversi in questo marasma è molto difficile, troppo spesso le teorie espresse dimenticano o tralasciano particolari importanti. Non sempre tutto torna

A volte si dimentica quanto siano anomali questi fatti nel quadro dei delitti dei serial killer mondiali, cercare logiche comuni ad altri potrebbe esser fuorviante.

La mia intenzione è quella di piantare alcuni semini per stimolare i ragionamenti, prove non ci sono ancora e potrebbero non esserci mai senza il ritrovamento di feticci o arma.

L'arma del delitto del 1968 potrebbe essere la stessa, potrebbe aver cambiato mano.

Non escludo la possibilità di una setta che avrebbe coinvolto l'autore del primo delitto, continuando a seguirne l'esempio, mettendo al centro proprio la Beretta calibro 22.

È indubbio che un lungo filo rosso leghi tutti gli indiziati. Un certo mago Indovino aveva messo su un circolo e faceva riti esoterici. Ci sono passati tutti: Vigilanti, Pacciani, Vinci, probabilmente anche Narducci

Calamandrei, si dichiarava innocente ma perché negava di conoscere Narducci quando tutti sapevano che frequentava la sua farmacia?

Perché la famiglia Narducci ha messo su il complesso teatrino del cadavere nel Trasimeno e sopratutto perché ha lottato contro le indagini che avrebbero potuto far scoprire l'assassino del proprio congiunto?

Una persona mi ha dato una spiegazione istintiva ma poco plausibile: per non far finire il nome del figlio nelle indagini del Mostro. Sembra logico ma se il figlio non avesse avuto nulla a che fare si sarebbe solo fatta chiarezza sul nome eliminando tutte le voci.

Molto trascurati sono i ragionamenti sulle telefonate ricevute da diverse persone in diversi periodi. La voce descritta è sempre la stessa, calma e senza inflessioni. Alcune volte ha annunziato i successivi delitti.

La mano che ha escisso le parti femminili è risultata diversa nei diversi delitti. Niente di strano che gli autori siano diversi se si è trattato di una setta.

In questo quadro rientrano perfettamente anche i tanti omicidi singoli e tutti senza colpevoli, avvenuti a Firenze nelle stesso periodo. Vendette o eliminazione di possibili traditori-delatori

Ciò che mi fa più propendere verso un lavoro di gruppo è la progressione nella crudeltà anticipata e poi attuata seguendo un fumetto dedicato proprio al Mostro. Ecco, questa anomalia mi pare eccessiva. Un serial killer non legge una storia illustrata è pensa: "bella questa escissione del seno, mi sa tanto che la faccio anche io, la prossima volta". Mentre in un gruppo, si può pensare una cosa simile per confondere gli inquirenti o semplicemente per renderla più clamorosa.

Secondo me il mostro, il mostri sono nelle carte, ci vorrebbe una svolta ma è molto difficile dopo tanto tempo.




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