Non è il caso di riprendere tutta la storia della Palestina degli ultimi 80 anni perché la situazione attuale non lo consente.
Oggi ci sono due schieramenti contrapposti: i palestinesi e gli israeliani.
Non concordo con chi si schiera con decisione al fianco dei palestinesi senza critiche.
Le colpe sono di entrambe
Fra i palestinesi per reazione la fazione più violenta ha preso il sopravvento.
Una fazione che non vorrà mai fare la pace perché non riconosce Israele e vorrebbe cancellarla dalla cartina e dal mondo.
Su queste basi evidentemente non si può trattare.
Tra le altre colpe c'è quella più volte ribadita di voler sfruttare i media mondiali sulla pelle dei loro concittadini, usandoli come scudi umani negli obiettivi sensibili per poi farli vedere al mondo.
In questi giorni vietano i rifugi alle popolazioni civili perché subiscano più danni.
Facebook con tutti gli accoliti ci casca con tutte le scarpe.
Dall'altra parte gli Israeliani non concedono nulla e si comportano quasi da nazisti-razzisti.
Muri sempre più alti, nuovi insediamenti di coloni, embarghi e vessazioni d'ogni genere; cose che alimentano le pulsioni delle frange estreme.
Sempre timorosi d'essere troppo cedevoli diventano durissimi e crudeli.
Anche loro hanno un bel da fare a tenere a bada gli estremisti che non faranno mai la pace.
Non sono un bello spettacolo i bambini morti per i missili nella striscia di Gaza ma non capisco cosa dovrebbe fare Israele per fermare quelli che cadono sulle proprie case.
Israele è troppo più forte del "non esercito" palestinese. È chiarissimo che i palestinesi, quelli duri e puri, vogliono la reazione, vogliono i morti.
Desiderano in questo modo costringere i paesi arabi e occidentali a schierasi dalla loro parte.
Purtroppo per loro non è un buon momento. Gli insegnamenti che ha tratto l'occidente dai conflitti in Iraq, Afganistan e in tutte le recenti rivoluzioni nei paesi arabi, spingono verso il non intervento.
La Siria ancora brucia (dimenticata da tutti i media) e l'Iraq si è frantumato, finendo in parte nelle mani pericolose di al-Qaida
Nemmeno a parole si vuol seguire quel coro dei morti.
Avere come compagni d'opinione, i terroristi, oggi, non è gradito da nessuno.
Oggi ci sono due schieramenti contrapposti: i palestinesi e gli israeliani.
Non concordo con chi si schiera con decisione al fianco dei palestinesi senza critiche.
Le colpe sono di entrambe
Fra i palestinesi per reazione la fazione più violenta ha preso il sopravvento.
Una fazione che non vorrà mai fare la pace perché non riconosce Israele e vorrebbe cancellarla dalla cartina e dal mondo.
Su queste basi evidentemente non si può trattare.
Tra le altre colpe c'è quella più volte ribadita di voler sfruttare i media mondiali sulla pelle dei loro concittadini, usandoli come scudi umani negli obiettivi sensibili per poi farli vedere al mondo.
In questi giorni vietano i rifugi alle popolazioni civili perché subiscano più danni.
Facebook con tutti gli accoliti ci casca con tutte le scarpe.
Dall'altra parte gli Israeliani non concedono nulla e si comportano quasi da nazisti-razzisti.
Muri sempre più alti, nuovi insediamenti di coloni, embarghi e vessazioni d'ogni genere; cose che alimentano le pulsioni delle frange estreme.
Sempre timorosi d'essere troppo cedevoli diventano durissimi e crudeli.
Anche loro hanno un bel da fare a tenere a bada gli estremisti che non faranno mai la pace.
Non sono un bello spettacolo i bambini morti per i missili nella striscia di Gaza ma non capisco cosa dovrebbe fare Israele per fermare quelli che cadono sulle proprie case.
Israele è troppo più forte del "non esercito" palestinese. È chiarissimo che i palestinesi, quelli duri e puri, vogliono la reazione, vogliono i morti.
Desiderano in questo modo costringere i paesi arabi e occidentali a schierasi dalla loro parte.
Purtroppo per loro non è un buon momento. Gli insegnamenti che ha tratto l'occidente dai conflitti in Iraq, Afganistan e in tutte le recenti rivoluzioni nei paesi arabi, spingono verso il non intervento.
La Siria ancora brucia (dimenticata da tutti i media) e l'Iraq si è frantumato, finendo in parte nelle mani pericolose di al-Qaida
Nemmeno a parole si vuol seguire quel coro dei morti.
Avere come compagni d'opinione, i terroristi, oggi, non è gradito da nessuno.
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