Stamattina ho sentito la cazzate del decennio, figlia di quella cultura strisciante di sinistra inconsapevole di cos'è l'economia e l'economia del mondiale: "lo sviluppo e la ripresa partono dal sociale".
L'ha detta una assessore comunale di Cagliari in una sede Caritas che distribuisce tanti pasti ai bisognosi.
Dal sociale non parte nulla. Lo sanno anche in Svezia dove l'efficienza, proprio anche nel sociale, è un punto d'arrivo.
Il sociale è il terminale di un circuito economico virtuoso, dove gli imprenditori producono e vincono sul mercato; pagano adeguatamente gli operai soddisfatti del lavoro. Lo Stato fa pagare le tasse giuste e con ciò che incassa eroga servizi EFFICIENTI per tutti, compresi coloro che sono rimasti indietro e devono ricorrere alle associazioni assistenziali.
Per erogare servizi, compresi quelli di assistenza, occorre qualcuno che dia lavoro, produca e paghi le tasse.
Forse, anzi senza forse, il punto di partenza sono le scuole e l'istruzione, sono i centri di apprendistato per coloro che hanno diverse inclinazioni. C'è bisogno di nuove generazioni di imprenditori onesti, politici capaci e cittadini corretti.
Il punto di partenza è una vera cultura d'impresa e di crescita; una cultura che non demonizzi "i padroni" e chi rischia capitali per diventare ricco.
Partiamo da qui.
L'ha detta una assessore comunale di Cagliari in una sede Caritas che distribuisce tanti pasti ai bisognosi.
Dal sociale non parte nulla. Lo sanno anche in Svezia dove l'efficienza, proprio anche nel sociale, è un punto d'arrivo.
Il sociale è il terminale di un circuito economico virtuoso, dove gli imprenditori producono e vincono sul mercato; pagano adeguatamente gli operai soddisfatti del lavoro. Lo Stato fa pagare le tasse giuste e con ciò che incassa eroga servizi EFFICIENTI per tutti, compresi coloro che sono rimasti indietro e devono ricorrere alle associazioni assistenziali.
Per erogare servizi, compresi quelli di assistenza, occorre qualcuno che dia lavoro, produca e paghi le tasse.
Forse, anzi senza forse, il punto di partenza sono le scuole e l'istruzione, sono i centri di apprendistato per coloro che hanno diverse inclinazioni. C'è bisogno di nuove generazioni di imprenditori onesti, politici capaci e cittadini corretti.
Il punto di partenza è una vera cultura d'impresa e di crescita; una cultura che non demonizzi "i padroni" e chi rischia capitali per diventare ricco.
Partiamo da qui.
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