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I pauperisti-bucolici del terzo millennio non mollano

“Vivere in 5 con 5 euro al giorno”, la “decrescita felice” di una famiglia.


La balla della "decrescita felice" si alimenta sul web
Ascanio Celestini condivide e ne è felice.

La signora vive con 5 euro al giorno ma non dice chi le da questi soldi.
Il risparmio poi diventa un lavoro a tempo pieno: siamo tornati ai tempi delle caverne.

La signora sfrutta un'economia esistente, non ne crea una nuova.
Ha un orto; quanti si possono permettere un orto? Dove, soprattuto? Forse a Scampia, per esempio?
Ha pagato la casa, ecco... Con 5 euro al giorno non la paghi.
Poi per la signora la necessità era relativa, un lavoro lo aveva. Si fosse gestita meglio allora...

Ne ho le scatole piene di questa storia. 
Sono certo che la lezione dell'Euro, non la colpa, ci abbia riportato alla nostra dimensione reale.
Eravamo "ricchi" con i soldi in prestito. Ora dobbiamo renderli e questo ci rende ancora più poveri.
Forse senza l'UE ci avrebbero lasciato fallire felici ed avrebbero danzato sui nostri cadaveri.
In parte è quel che già avviene con le imprese "buone" italiane che vanno in mani estere.

Poveri lo siamo perché questa è la situazione reale di un'economia che non sa rinnovarsi attanagliata da una politica paurosa e dalla terrificante burocrazia.
Molti devono arrangiarsi alcuni non ci riescono.

Scegliere di diventare tutti poveri per scelta politica, invece, mi pare una bestialità.
Come se sputassimo in faccia proprio a tutti coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese o peggio.
Un sistema che può valere per la signora che fa del risparmio un lavoro (il libro, stampato e distribuito, è un prodotto dell'industria editoriale).
Per 56 milioni di italiani e i prossimi 7 miliardi di abitanti del pianeta non funziona.

In questa teoria ci vedo tanto masochismo ma anche tanta pericolosità.
Governerà tutti gli italiani tutti poveri impegnati totalmente nella ricerca di risorse per non morire di fame?
Una classe politica vampira, peggio di quella attuale, che non avrà ostacoli da una popolazione disarmata dalla fame e ignorante.
Già perché i soldi per le scuole, i giornali (costano 1,20 € al giorno)  e internet sono necessari. Ma chi pagherebbe per produrli e chi avrebbe i soldi per mantenerli?

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