Non sembra ma lo sport italiano soffre una grave crisi.
Sono cambiati i valori e gli interessi e sempre meno ragazzi fanno attività sportiva.
Troppe distrazioni, troppi ragazzi viziati.
Al top in tante discipline ci sono delle eccellenze ma le basi sono deboli.
In questo discorso rientra la Serie A di calcio in cui troppe squadre superano il 50% di calciatori non italiani.
Per la crisi poi nessuna società è in grado di comprare o mantenere i giocatori più forti come accadeva un tempo.
Questo può non essere una male.
Perché per me si deve proprio ripartire dall'educazione sportiva, in particolare quelle scolastica.
Proviamo a ridare valore all'educazione fisica scolastica, insegnando a tutti la necessità di tenere il fisico in ordine, premiando i talenti e dando valore a un campionato fra istituti magari con la collaborazione delle società sportive.
Proviamo ad abbandonare per qualche anno i sogni europei per creare dei vivai sempre più attrezzati e efficienti.
Diventiamo il più grande vivaio d'Europa e poi avremo squadre forse povere ma vincenti.
Per quel che ne so, soprattutto nel calcio, si bada solo al risultato a partire dai più piccoli.
Invece come insegna il grande allenatore de nazionale di Pallavolo Velasco, bisogna per prima cosa insegnare a vivere le sconfitte per arrivare a vincere veramente.
Perché tutti abbiamo i nostri limiti che dobbiamo raggiungere e se possibile superare con l'allenamento e la determinazione.
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