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I giudici, la costituzione e la giustizia creativa

A Milano i poliziotti non sono intervenuti con la giusta determinazione su i manifestanti.
Da capire di chi sono le responsabilità.
Si può ipotizzare che siano di coloro giudici compresi che ritengono l'opera delle forze dell'ordine sia fatta di "prego per favore si calmi!", "abbia la cortesia di non rompere la vetrina e di non accanirsi con la mazza sulla mia testa".

Forse certe tendenze comprese le sentenze della Diaz fanno scuola e un poliziotto per 1200 euro al mese non rischia la condanna e la riprovazione pubblica: meglio lasciare che sfascino tutto.
È l'esaltazione e il buonismo verso tutti i criminali (salvo non siano di destra) dovere dello Stato è capire e perdonare. Ma qualcosa in questo ragionamento non funziona. Le società si reggono sulle regole e se così diventa lecito non rispettarle non c'è più società.

Certi giudici creativi trovano sempre modo di perdonare i violenti dei centri sociali: È il via libera al disastro che si ripete ad ogni occasione.

Ma la creatività dei giudici non si limita a questo. Ci hanno ben pensato i giudici della Corte Costituzionale (che incomincia a farmi schifo, specie dopo il caso Berlusconi).
È facile trovare delle scappatoie in un corpus legis generico come la costituzione per qualunque sentenza, occorre allora del sale in zucca prima di prendere certe decisioni.
La sentenza sul blocco pensioni della Fornero è l'esempio peggiore.
Se questa decisione fosse stata presa nel momento più delicato della crisi saremmo falliti immediatamente, oggi rischiamo quella minima ripresa che sembra apparire all'orizzonte e non solo.
Il nostro debito pubblico salirà alle stelle e non ci saranno soldi per tante cose che qualunque governo vorrebbe o potrebbe fare.
Dire che ora rischiamo come la Grecia non è un azzardo.

Quindi siamo nelle mani di giudici che possono rovinare l'Italia con un atto semplice come una sentenza;
molto più rapidamente di tanti disastri di tanti politici in tanti anni.




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