I comunisti non finiscono mai.
Continuano a vivere nascosti o semi-nascosti dietro questa aura di ecologico socialismo bucolico.
Ogni tanto non riescono a trattenersi e devono correre a espletare le loro necessità più intime: "il privato è cattivo, lo Stato siamo noi e siamo buoni"
Io sono di parere contrario.
Meno lo stato deve gestire più ha i mezzi per controllare e sanzionare (ma deve essere rigoroso)
La corruttela nasce da i soldi messi in mano a chi dovrebbe avere solo amore per la comunità ma che poi devia.
Non è così difficile prendere strade sbagliate. Altre volte ho citato i catoni del MSI pronti a tagliare teste che si sono fatti prendere la mano... da qualche imprenditore.
Per andare lontano: quotidianamente o quasi, in Cina, vengono condannati a morte funzionari statali corrotti.
Io santi ne ho conosciuti pochi; delle mosche bianche che poi sono state celebrate e ricordate a lungo.
Ma non c'è solo questo nella pubblica amministrazione.
C'è la lentezza delle decisioni che nessuno può o vuole prendere con enormi perdite di tempo per l'aggiornamento dei servizi o prodotti.
L'esempio è vecchio ma vale ancora: nell'URSS la più grande casa di macchine fotografiche, la Zenit, ha prodotto fino alla fine (vedi muro di Berlino) fotocamere tecnologicamente più vecchie di 50 anni rispetto alla concorrenza, alcune dei quali frutto evidente di spionaggio industriale; come del resto capitava alla Ural casa motociclistica.
Altre volte ho citato Abbanoa, azienda sarda dell'Acqua creata da Renato Soru.
L'elefantone acquatico, partecipato da Comuni e Regione precipita ogni giorno di fronte all'enormità del compito dato e alla farraginosità delle amministrazioni. Tanti Comuni stanno tentando la fuga.
Perché il piccolo comune ha il vantaggio d'avere il controllo diretto dei cittadini: certe furbate è più facile scoprirle; ma non è sempre così.
È di poche settimane fa la notizia che una "cricca" di amministratori e imprenditori del centro sud Sardegna gestivano gli appalti pubblici come il proprio orticello distribuendo agli amici, con ordine, "zucchine e carote".
È qui che lo Stato fallisce. Quando vuole diventare imprenditore.
Certo esistono settori in cui può ancora esistere una gestione pubblica ma... sono sempre in perdita.
Se le tariffe dei privati possono essere più alte quindi si paga subito il sevizio, in quelle pubbliche si paga dopo: con le tasse. Data la scarsa efficienza pubblica, l'esborso, per tutti, è maggiore.
Allora cerchiamo di eleggere amministratori onesti - veramente specchiati - e lasciamo agli imprenditori la gestione delle aziende, acque comprese.
Continuano a vivere nascosti o semi-nascosti dietro questa aura di ecologico socialismo bucolico.
Ogni tanto non riescono a trattenersi e devono correre a espletare le loro necessità più intime: "il privato è cattivo, lo Stato siamo noi e siamo buoni"
Io sono di parere contrario.
Meno lo stato deve gestire più ha i mezzi per controllare e sanzionare (ma deve essere rigoroso)
La corruttela nasce da i soldi messi in mano a chi dovrebbe avere solo amore per la comunità ma che poi devia.
Non è così difficile prendere strade sbagliate. Altre volte ho citato i catoni del MSI pronti a tagliare teste che si sono fatti prendere la mano... da qualche imprenditore.
Per andare lontano: quotidianamente o quasi, in Cina, vengono condannati a morte funzionari statali corrotti.
Io santi ne ho conosciuti pochi; delle mosche bianche che poi sono state celebrate e ricordate a lungo.
Ma non c'è solo questo nella pubblica amministrazione.
C'è la lentezza delle decisioni che nessuno può o vuole prendere con enormi perdite di tempo per l'aggiornamento dei servizi o prodotti.
L'esempio è vecchio ma vale ancora: nell'URSS la più grande casa di macchine fotografiche, la Zenit, ha prodotto fino alla fine (vedi muro di Berlino) fotocamere tecnologicamente più vecchie di 50 anni rispetto alla concorrenza, alcune dei quali frutto evidente di spionaggio industriale; come del resto capitava alla Ural casa motociclistica.
Altre volte ho citato Abbanoa, azienda sarda dell'Acqua creata da Renato Soru.
L'elefantone acquatico, partecipato da Comuni e Regione precipita ogni giorno di fronte all'enormità del compito dato e alla farraginosità delle amministrazioni. Tanti Comuni stanno tentando la fuga.
Perché il piccolo comune ha il vantaggio d'avere il controllo diretto dei cittadini: certe furbate è più facile scoprirle; ma non è sempre così.
È di poche settimane fa la notizia che una "cricca" di amministratori e imprenditori del centro sud Sardegna gestivano gli appalti pubblici come il proprio orticello distribuendo agli amici, con ordine, "zucchine e carote".
È qui che lo Stato fallisce. Quando vuole diventare imprenditore.
Certo esistono settori in cui può ancora esistere una gestione pubblica ma... sono sempre in perdita.
Se le tariffe dei privati possono essere più alte quindi si paga subito il sevizio, in quelle pubbliche si paga dopo: con le tasse. Data la scarsa efficienza pubblica, l'esborso, per tutti, è maggiore.
Allora cerchiamo di eleggere amministratori onesti - veramente specchiati - e lasciamo agli imprenditori la gestione delle aziende, acque comprese.
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