Ogni volta che partecipo a qualche assemblea o convegno politico mi viene una tristezza immensa.
Molto maggiore di quando mi capita di passare rapidamente in qualche talk show televisivo.
Parlo della Sardegna e dei suoi maggiori esponenti.
A destra sembrano capitati per caso sui palchi; quasi fossero usciti dal bagno solo perché a squillato il cellulare.
Nessuno sembra avere un minimo di qualità oratorie concrete.
Come se non bastasse, oltre le promesse, non sanno cosa dire. Difficile abbiano programmi ed idee nuove e concrete per la nostra Isola.
A sinistra non stanno meglio.
Scorrendo i nomi dei possibili candidati vengono i brividi per la pochezza e per il livello basso.
Per tanti non occorre ascoltarli a lungo, sono sufficienti le brevi interviste dei telegiornali.
Quando poi si à costretti ad un ascolto prolungato le cose diventano drammatiche.
Sono impastati ancora di ideologia sfumata, per molti, dal timore di evocare la parola satanica: comunismo.
Poi si dilettano nella contestazione dell'attuale situazione per sognare una società ideale, un mondo migliore che di cui non hanno nessuna idea realmente concreta: "il consumismo è il cancro della nostra società", "la Sardegna non deve avere padroni" ; "Quando scendevamo in piazza per i diritti civili in Nicaragua!".
All'estremo si affiancano agli indipendentisti i quali delirano con una costanza da far paura.
Non so chi sarà il prossimo presidente della Regione Sardegna, so che, in ogni caso, abbiamo poche speranze.
Molto maggiore di quando mi capita di passare rapidamente in qualche talk show televisivo.
Parlo della Sardegna e dei suoi maggiori esponenti.
A destra sembrano capitati per caso sui palchi; quasi fossero usciti dal bagno solo perché a squillato il cellulare.
Nessuno sembra avere un minimo di qualità oratorie concrete.
Come se non bastasse, oltre le promesse, non sanno cosa dire. Difficile abbiano programmi ed idee nuove e concrete per la nostra Isola.
A sinistra non stanno meglio.
Scorrendo i nomi dei possibili candidati vengono i brividi per la pochezza e per il livello basso.
Per tanti non occorre ascoltarli a lungo, sono sufficienti le brevi interviste dei telegiornali.
Quando poi si à costretti ad un ascolto prolungato le cose diventano drammatiche.
Sono impastati ancora di ideologia sfumata, per molti, dal timore di evocare la parola satanica: comunismo.
Poi si dilettano nella contestazione dell'attuale situazione per sognare una società ideale, un mondo migliore che di cui non hanno nessuna idea realmente concreta: "il consumismo è il cancro della nostra società", "la Sardegna non deve avere padroni" ; "Quando scendevamo in piazza per i diritti civili in Nicaragua!".
All'estremo si affiancano agli indipendentisti i quali delirano con una costanza da far paura.
Non so chi sarà il prossimo presidente della Regione Sardegna, so che, in ogni caso, abbiamo poche speranze.
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